Quindici

Il Covid ha penalizzato l’industria culturale. Nel 2022 in Italia mancavano all’appello quattro milioni di spettatori. Ma a Bologna il 2023 segna una decisa inversione di tendenza. Record di pubblico under 35 al Comunale, più 11,5% di presenze per Arena del Sole e Moline. Il Dehon sale da 44 mila biglietti a 50 mila, il Celebrazioni da 80 mila a centomila.

 

 

Il richiamo della campanella spegne le luci in sala. E in quei momenti, negli attimi prima che il sipario si apra, si avverte tutta la tensione della messinscena. Passano pochi secondi e, facendo attenzione, si riesce a percepire il respiro degli attori o dei passi sulle assi del palcoscenico. Si sente l’odore di polvere e legno. Di velluto secolare e un po’ sdrucito. Lo si sente al 42 di via Cartoleria, al Teatro Duse, che qualche mese fa ha compiuto la bellezza di 200 anni. All’Arena del Sole, chiamata così perché “luogo dato agli spettacoli diurni”, in via Indipendenza. Al Teatro Comunale in largo Respighi, che ora porta il nome ‘Nouveau’ e ha traslocato temporaneamente in piazza della Costituzione. Lo si respira poco fuori le mura, al Celebrazioni di via Saragozza o al Dehon di via Libia, ma anche al TaG, il Teatro a Granarolo, una sala di provincia da 200 poltrone a 13 chilometri dalle Due Torri.

E se durante la pandemia, piccole o grandi che fossero, tutte queste sale hanno subìto gravi perdite economiche, e il 2022 ancora faticava stare al passo, il 2023 ha segnato l’anno della ripresa per i teatri bolognesi. I problemi, forse, precedevano la pandemia, e tra questi, in primo piano, c’è anche il ricambio generazionale delle platee, composte da un pubblico che ha più di cinquant’anni. E la barriera è anche economica: il teatro dai giovani è spesso ritenuto troppo costoso. Ma il Covid ha penalizzato ulteriormente il settore. L’industria culturale, nel suo complesso, a livello nazionale, solo nel 2020 ha perso 8 miliardi di euro.

Nel primo anno di pandemia, i teatri italiani hanno avuto una diminuzione delle entrate del 78,4%, relative a un 70,7% in meno di ingressi rispetto all’anno precedente. Dati che hanno descritto una desolante alterazione del paesaggio culturale.

E il valore di un teatro è legato soprattutto alla sua dimensione culturale. Teatro vuol dire ricchezza e condivisione. Cultura, educazione, coscienza. Vuol dire un immenso patrimonio immateriale. E perderlo avrebbe voluto dire commettere un errore sociale. Ma il 2023 ha segnato il ritorno nei teatri Ert a Bologna (Teatro Arena del Sole e Teatro delle Moline), con i loro cartelloni di prosa e danza, registrando 58.651 presenze (+ 44% rispetto al 2022) e oltre 150mila a livello regionale. Gli abbonamenti sottoscritti sono stati 3.000 per la stagione 2023/2024 (un aumento del 35,4% rispetto all’anno precedente).

Programma, quest’ultimo, che ha visto, tra gli altri, il debutto di Nanni Moretti sul palcoscenico con Diari d’amore di Natalia Ginzburg; Pippo Debbono nel suo spettacolo, Amore; Toni Servillo in Tre modi per non morire; Ascanio Celestini con il suo L’asino e il bue.

Uno dei numeri più significativi per l’Arena del Sole e il Teatro delle Moline è il 26% di pubblico giovane (che comprende studenti e under 35) per la stagione 2022/2023 di Ert Bologna. Complice anche il prezzo dei biglietti per giovani, che partono da 7,86 euro per una poltrona su un palchetto o in galleria e 13,47 euro in platea. Rispetto all’ultima stagione pre-Covid (2018/2019) Arena del Sole e Moline hanno registrato un aumento dell’11,5% di presenze, con la tendenza da parte degli spettatori ad acquistare biglietti last-minute. Una propensione, quella dell’acquisto all’ultimo minuto, registrata anche dal Teatro Duse, che nella stagione in corso ha portato sotto i riflettori i big del teatro: da Sonia Bergamasco, a Gabriele Lavia, Alessandro Haber, Solenghi e Lopez (biglietti dai 19,50 ai 31 euro); e della musica: Elio e le storie tese, Max Gazzè e Vinicio Capossela, per citarne alcuni.

Da via Cartoleria, arriva la conferma del ritorno ai livelli prepandemia per quanto riguarda le presenze in sala, ma con un calo nell’acquisto di abbonamenti. Dati che valgono soprattutto per gli under 30, che per il Duse sono circa il 34% del totale del pubblico, e frequentano soprattutto i concerti. Il Comunale Nouveau rappresenta un caso particolare: tra le problematiche che ha scontato dopo la pandemia, c’è stato lo spostamento a più fasi. A novembre 2022 il teatro in piazza Verdi ha chiuso l’attività e il mese seguente La traviata è andata in scena all’EuropAuditorium, così come L’olandese volante, mentre veniva costruita la sede provvisoria in fiera. Cambio di location, da un teatro settecentesco a un padiglione fieristico, che ha influenzato anche il modo di fruire il teatro per un pubblico abituato a vivere l’esperienza nel centro della città. Il pubblico over 65 dopo il Covid ha avuto difficoltà a riavvicinarsi al teatro e tuttora decide di partecipare agli eventi all’ultimo momento, senza rinnovare l’abbonamento.

Nonostante ciò, nel 2023 gli ingressi under 35, hanno raggiunto i 13.284 (circa la metà sono studenti universitari).Gli spettatori totali delle stagioni di Opera e danza nel 2023 hanno totalizzato 47.546 partecipazioni, su questi gli under 35 hanno rappresentato 27,9% del pubblico totale. Questo dato è particolarmente rilevante rispetto agli spet- tatori over 65, che fatica a raggiungere il 20% del to- tale. Nel 2018, le presenze paganti ammontavano a 79.768 partecipanti, mentre a dicembre 2023 si sono registrate 75.633 partecipazioni. Una lieve diminuzione degli accesi totali rispetto al periodo pre-pandemico. Nel 2024 gli abbonati sono stati 2.647 di cui 1683 abbonati alla stagione Opera, 632 abbonati alla stagione sinfonica, 332 abbonati alla stagione danza (dato provvisorio).

Rispetto al periodo prepandemico il numero è in calo di un 15% circa: gli abbonati nel 2018 erano 3130 in totale. Sulla stagione Sinfonica al Manzoni (via de’ Monari), su un totale di 24.033 ingressi nel 2023, il pubblico giovane sotto i 35 anni ha totalizzato 3.374 presenze, mentre il pubblico over 65 ha superato il 40% con 10.098 presenze, dimostrando un forte legame con la musica classica da concerto e una preferenza per il centro storico e per una fruizione classica del teatro. Lo spettacolo più apprezzato del 2023 dalle fasce giovanili è stata Madama Butterfly, con un’intera replica quasi completamente riempita da un pubblico under 35. Un fenomeno senza precedenti per il teatro.

E alcune rappresentazioni come il Don Chisciotte di maggio 2023, hanno visto un pubblico giovanile costituire circa il 65% dei partecipanti, sottolineando un crescente interesse e coinvolgimento delle giovani generazioni in quest’arte. Diverso è per il TaG, il cui «punto debole - spiega il direttore artistico Alessandro Dall’Olio - è proprio portare i giovanissimi a teatro, la fascia di tardo-adolescenti che va dai 18 ai 25 anni» e l’ostacolo maggiore sembra essere la distanza dal centro. Ma la sala di Granarolo si è ripresa dagli strascichi della pandemia costruendo «cartelloni di artisti giovani, bravissimi e sconosciuti, ma che hanno una qualità altissima», spiega Dall’Olio. Il Dehon, in via Libia, ha contato 44.697 presenze nel 2019 e il 2023 arriva quasi a 50mila (49.352). Mentre il Teatro Celebrazioni (via Saragozza) riscontra un aumento di 20mila spettatori, tra il 2018/19 e il 2022/23: da 80mila a circa 100mila. Con un aumento anche del numero degli abbonati: dai 1467 della stagione pre-Covid ai 1634 dell’ultima. Secondo il rapporto Siae 2022, a livello nazionale, sono stati oltre 3 milioni gli eventi culturali (+80% sul 2021), con 103 milioni di spettatori. Stando ai dati Siae, il teatro di prosa nel 2022 ha attirato l’11% del pubblico dello spettacolo culturale, con un totale di oltre 11 milioni di spettatori. E nonostante un sostanziale incremento della partecipazione (+127% sul 2021), la risposta del pubblico del teatro post-pandemia appariva ancora piuttosto timida: rispetto al 2019 mancavano all’appello quasi 4 milioni di spettatori (26,2%). Gli spettatori della lirica sono stati invece 1.737.537, in netta ripresa sull’anno precedente (+165%) ma ancora inferiori di poco meno di un terzo (-29,85%) agli oltre 2,4 milioni raggiunti nel 2019.Dell’intero pubblico delle attività teatrali, la lirica rappresenta il 9%. Il balletto ha registrato 1.908.005 spettatori (+225% sul 2021), il 10%del totale del pubblico delle attività teatrali e il 2,1% dello spettacolo culturale. Rispetto al 2019 scontava però ancora un ritardo del 15%. Gli spettatori di concerti classici nel 2022 sono stati invece poco meno di 2,7 milioni, in aumento sull’anno precedente (+54,7%) ma ancora distanti dagli oltre 3 milioni del 2019 (-17,4%).

 

Questo articolo è già stato pubblicato sul numero 20 del Quindici, uscito l'11 aprile 2024

 

La folla di ragazzi al Comunale per “Madama Butterfly”. Foto di Margherita Caprilli