Scuole Besta

Più di due ore di incontro, dalle 18.30 a poco dopo le 21 di ieri sera tra il sindaco Matteo Lepore e il comitato contro il progetto dell’amministrazione per le nuove Besta, hanno permesso di raggiungere un’intesa sulla sospensione dei lavori, l’apertura di un tavolo e il rifiuto della violenza. È stato proposto che prendano parte al dialogo anche i cittadini favorevoli al nuovo progetto. L’accordo è arrivato dopo gli scontri tra manifestanti e polizia del 3 aprile ed è stato salutato con favore anche dal prefetto Attilio Visconti: «Auspico che si arrivi a un risultato positivo, in modo da realizzare un'opera di interesse pubblico senza arrivare a scontri con le forze di Polizia. Penso che l'opera del Comune porterà dei risultati, e confido che l'interesse sociale prevalga su altre motivazioni». Le posizioni rimangono distanti ma Lepore confida «che si riuscirà a trovare una sintesi, affrontando la situazione come sempre si è fatto a Bologna. Attraverso il dialogo, la condivisione e l'ascolto di tutte e tutti». Se il primo cittadino ha però ribadito che «l'amministrazione è convinta del progetto Besta, l'appalto è già aggiudicato e i lavori sono da eseguire», il portavoce del Comitato, Gianni De Giuli, sottolinea a InCronaca che «il parco non si tocca. Per noi le soluzioni più ovvie rientrano nel tema della rigenerazione delle attuali Besta».

 

La posizione del Comitato

Il comitato non ragiona in termini di compromesso ma di «soluzioni alternative». «Non si è mai visto che per fare una scuola si debba abbattere un parco. Folle il fatto che venga da una giunta che vuole essere green e progressista. Ha tentato di far passare un progetto assurdo, l'ha voluto imporre alla città e il quartiere si è ribellato. Il Comune è in difficoltà perché ha capito che questa non era la scelta migliore. Lepore ha capito che c'è qualcosa che non va nella condotta che il Comune ha tenuto fino all'altro giorno. Peccato siano stati i manganelli a farlo capire. Di questo siamo rammaricati perché ce le saremmo evitate le manganellate che ci ha dato la polizia», spiega De Giuli. Tra i punti di distanza c’è la questione relativa al consumo di suolo. Lepore sostiene che «non è vero, come dice il comitato, che aumenterà il consumo di suolo». De Giuli dissente: «E' uno dei punti su cui proprio non ci intendiamo. Non si può dire “non c’è consumo di suolo”, contando i metri quadri del nuovo edificio e confrontandoli con quello delle Besta. Se butti giù le vecchie scuole, prima che il suolo possa essere rigenerato ci vogliono decenni. Quindi, per decenni ci sarà da un lato una scuola buttata giù con alberelli, che il Comune vorrebbe far ricrescere su un terreno devastato, dall'altra il consumo di suolo per far posto al nuovo edificio».

 

L’attacco delle opposizioni

L’incontro di ieri è finito nel mirino delle opposizioni. Fdi ha bocciato l’iniziativa: «Dopo gli scontri che hanno provocato dieci feriti tra le forze dell'ordine, dopo che i residenti che avevano formato il pacifico Comitato in difesa del parco Don Bosco e avevano chiesto al Comune di aprire un dialogo costruttivo, la giunta Lepore si sveglia all'improvviso e decide di prestare orecchio e dare attenzione a coloro che hanno messo (per l'ennesima volta) a ferro e fuoco la città», scrivono in una nota i consiglieri Cavedagna, Brinati, Caracciolo, Sassone, Scarano e Zuntini. I riferimenti vanno «ai soliti esponenti dei centri sociali che, oggi, hanno preso possesso con violenza dell'area del parco, trasformandolo in uno spazio a loro esclusivo uso e consumo, intimidendo i cittadini e i residenti pacifici». Per questa ragione FdI definisce la giunta «sorda alle istanze di chi usa il dialogo» ma pronta «ad ascoltare chi usa la violenza».  Su questo punto De Giuli risponde: «È la solita retorica della Destra. Il parco è aperto, chiunque ci può entrare, è pieno di gente. Non è stato occupato con violenza da nessuno. L'unica violenza nel parco è stata quella della Polizia che Lepore e Clancy hanno mandato per sgomberare il presidio». Anche il capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Matteo Di Benedetto batte sullo stesso punto di Fdi: «Ci auguriamo che ora fermi i cantieri anche in via Riva Reno, su viale Oriani, in via Laura Bassi, in via Mengoli e in ogni altra via, in cui ci sono comitati di cittadini ed esercenti che chiedono un confronto e soluzioni alternative». Il rischio per l’esponente del Carroccio è che passi «un messaggio davvero deprecabile, cioè che se vengono caricati dei poliziotti Lepore c’è, se invece si è normali e pacifici no».

 

La riflessione dei Verdi e della Cgil

Di diverso tenore la critica di Danny Labriola, co-portavoce dei Verdi, che si augura che l’incontro «possa segnare una svolta» ma fa notare come l’aperura arrivi dopo «una folle giornata di scudi e manganelli» e «mesi e mesi di proteste, presidi, lettere, petizioni, appelli, manifestazioni, cortei». Il Verde sottolinea anche che il confronto e la partecipazione «dovrebbero rappresentare la quotidiana normalità di una democrazia sana e una convivenza civile, e invece si sta diffondendo l'idea che la vittoria elettorale legittimi a governare con arroganza, senza mai contemplare passi indietro per accogliere il dissenso e decidere insieme a chi ha idee diverse». Di «giornata positiva» parla invece il segretario della Camera del lavoro di Bologna, Michele Bulgarelli. «Il conflitto è motore della storia e strumento di emancipazione, ma dev'essere democratico e non violento. La giornata di ieri riconduce il confronto, anche aspro, nella giusta direzione», sostiene il sindacalista della Cgil.

 

Uno striscione del comitato contro le nuove scuole Besta. Foto Dire