graphic novel

«L’idea alla base del progetto era quella di mostrare all’esterno quello che facciamo qui. È un tentativo di far incontrare la medicina, le scienze sociali e l’arte». Con queste parole, Stefano Ratti, professore ordinario del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie, ha inaugurato la mostra "Il primo paziente. La donazione del corpo alla scienza in graphic novel". 

«Abbiamo cercato di far comprendere quanto sia importante la donazione del corpo per la scienza, per la medicina e per gli studenti. “Il primo paziente” è il primo che gli studenti osservano e sul quale possono davvero operare. È un passaggio fondamentale, ma anche complicato e dalle tante complicazioni etiche ed emozionali», ha aggiunto. 

L’esposizione di alcune tavole del graphic novel, realizzato con una collaborazione fra l’Accademia di Belle Arti e il dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie dell’Università di Bologna, si tiene dal 5 al 14 aprile nello stesso spazio che ospita la collezione delle cere anatomiche “Luigi Cattaneo”, in via Irnerio 48.

Il fumetto e la mostra sono stati pensati, oltre che per raccontare l’importanza che il “primo paziente” ha per i giovani studenti di medicina, per «avviare una campagna di sensibilizzazione sulla donazione del corpo. Questa campagna è patrocinata dal Ministero della Salute e dalla Regione e durerà due anni», ha spiegato ancora Ratti.

Alla cerimonia ha preso la parola anche la docente dell’Accademia di Belle Arti, Sara Colaone e gli artisti che si sono occupati della stesura del fumetto: Vittoria Adorno, Federico Gaddi e Giuseppe Balestra. Quest'ultimo ha sottolineato quanto il fumetto possa essere d’aiuto nella divulgazione culturale e scientifica: «è un mezzo che spesso viene sottovalutato, ma che invece può fornire un prezioso aiuto nel trattare tematiche delicate e complesse».

 

 

 

 

Nell'immagine: Stefano Ratti parla durante la presentazione.

 

Immagine nel testo: alcune tavole del fumetto esposte assieme alla collezione delle cere anatomiche "Luigi Cattaneo".

 

Foto di Federico Iezzi