Boxe
La ‘Bologna Boxing Night’, l'evento sportivo tanto atteso domani sera al PalaDozza, ha fatto tornare in mente ai cittadini dei bellissimi ricordi di quando il pugilato regnava sotto le due torri. Il nickname locale per il palazzetto di piazza Azzarita, ossia ‘Madison’, in onore del Madison Square Garden di New York, è il primo a tenere alta la bandiera di questa illustre tradizione. A Bologna la disciplina viaggiava infatti a gonfie vele già dalla metà degli anni cinquanta.
Nell’estate del ’56 il leggendario Franco Cavicchi, pugile di Pieve di Cento, diventò campione europeo dei pesi massimi sconfiggendo il tedesco Heinz Neuhaus davanti ai 60.000 spettatori di un Dall’Ara completamente esaurito (l'incontro fu disputato addirittura nello stadio della città), e successivamente fece volare ancora più alto l’orgoglio bolognese quando venne inserito dal “Ring Magazine” tra i dieci migliori pesi massimi della sua generazione sportiva. Seguirono le sue orme numerosi pionieri come Dante Canè. Il cinque volte campione italiano si rese coprotagonista di una memorabile rivalità col campione veneto Bepi Ros, ‘la roccia del Piave’, e nel settembre del 67’ trionfò sull’americano Jerry Tomasetti proprio al Madison Square Garden di New York, il tempio del pugilato mondiale.
Anche nel periodo buio che caratterizzò il pugilato italiano negli anni novanta, Bologna fu una delle prime città a vivere una lenta ripresa, registrando sia un boom d’iscritti che di società sportive. Una tendenza che, a oggi, non certo sembra essersi invertita: dalla palestra popolare Bolognina Boxe al "pugilato sociale" Bononia Boxe di Ali Abdulwahed Kaja, si potrebbe dire che questo sport stia vivendo non solo una rinascita, ma una vera e propria evoluzione. E se ora la pugile bolognese Pamela Noutcho Sawa insegue il titolo europeo proprio al "Madison", può essere certa che Cavicchi e Canè, insieme tutti gli altri atleti e atlete che in questa città hanno scritto la storia, la stiano incoraggiando verso l’impresa.
Foto: Biblioteca Salaborsa
