children's book fair

Continua lo “Speciale Book Fair” di InCronaca.
Ospite della terza “puntata” di oggi Marcella Terrusi, docente Unibo di Storia e culture d'infanzia e  consulente scientifica della Bologna Children’s Book Fair da oltre vent’anni. «Il comparto industriale dell’editoria per l’infanzia ha un segno positivo, ma la responsabilità pedagogica dei genitori è fondamentale», dice la ricercatrice.
Ma scopriamo di più.
  

Quanto incide la lettura sullo sviluppo cognitivo dei bambini?
«Preferirei parlare della sua importanza da un punto di vista culturale, più che scientifico. La lettura, per i bambini, è una porta d’accesso al mondo, un mezzo per conoscere la realtà, maturare nuovi apprendimenti. Il libro è un luogo, un mediatore di relazioni, un dispositivo che permette ai bambini di scoprire nuovi orizzonti attraverso gli occhi degli autori. Il suo principale valore, dunque, è proprio quello culturale».

Quindi, i racconti sono uno “specchio” della realtà?
«Certo, le storie sono sempre intessute di realtà. La lettura è un qualcosa di connaturato all’educazione ed è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Non è un fatto meramente intellettuale, ma anche corporeo ed è questo ciò che contraddistingue i libri dalle altre forme di narrazioni, per esempio digitali e smaterializzate»
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La lettura può essere uno strumento per avviare i bambini alla conoscenza delle attuali tematiche sociali (come razzismo, questioni di genere, sessualità)?
«Certamente, l’editoria per l’infanzia, questo, lo fa da sempre. Offre nuove visioni del mondo, aiuta a comprenderlo a pieno, pur in tutte le sue complessità, perché non c’è tema che la letteratura non possa trattare. Gli adulti non usano i libri per “instradare” i bambini, sono i libri stessi a farlo: accompagnano insieme, grandi e piccini, alla scoperta della realtà, ne mettono in luce le sue molteplici sfaccettature, anche quelle più oscure e insidiose».

«Scoperta», proprio come fosse un viaggio…
«Lo è. Dico sempre che i buoni libri sono come dei giardini, dei parchi, dei luoghi dove le persone, anche se di età differente, possono recarsi insieme, incrociare le proprie prospettive, dar vita a nuove costruzioni di senso condivise».  

I bambini leggono ancora come in passato?
«Da un punto di vista editoriale, il comparto industriale dell’editoria per l’infanzia ha un segno positivo e, in termini di proporzione, i libri per bambini circolano più di quelli per gli adulti. Sebbene l’offerta sia dunque fiorente, la responsabilità pedagogica dei genitori è fondamentale per proporre ai propri figli contenuti scelti e di qualità».

I social stanno mettendo a rischio la sopravvivenza dei libri?
«Non credo ci sia una concorrenza tra le diverse forme di narrazioni, si tratta di un’“apertura mentale” generale. Chi legge più libri è anche chi guarda più film, chi ascolta più musica, chi sente più radio: l’immersione culturale nei contenuti è totale. Tutte le storie viaggiano su supporti diversi, ma certamente quello del libro non è interscambiabile o sostituibile con nessun altro».

La Bologna Children’s Book Fair è la più importante Fiera dell’editoria a livello mondiale. Cos’ha di speciale e quali sono le peculiarità che le altre non hanno?
«Nella Fiera coesistono due anime: una puramente commerciale, per la vendita e l’acquisto di diritti, l’altra più pedagogico-culturale, legata all’esposizione di contenuti editoriali. È una fiera di settore, ospita l’élite, una comunità di professionisti esperti e specializzati a tutto tondo nel mondo della letteratura per l’infanzia».

In Fiera si vendono libri?
«No, non è possibile comprare i libri degli stand ma, all’interno della Fiera, c’è una libreria gestita dalla casa editrice ‘Gianninostoppani’, in cui si possono leggere volumi provenienti da tutto il mondo».

Infatti non è aperta a bambini e famiglie.
«No, ma durante il periodo delle fiera, in città, vengono organizzate per loro molte iniziative, per esempio quella di ‘BOOM! Crescere nei libri’».

Lei partecipa alla Book’s Fair da ormai molto tempo. Com’è cambiata, a suo avviso,  in questi anni?
«C’è stata una crescita straordinaria, sia a livello di numeri che di contenuti. La Fiera si è moltiplicata, ospitando ‘anime’ sempre nuove e diverse, come quella del licensing, del CrossMedia o dell’editoria BBPlus. E poi traduttori, illustratori, agenti letterari: sono sempre di più le figure che ne stanno prendendo parte. Un escalation di professionalità».


In copertina: Marcella Terrusi
Foto concessa dall'intervistata