Quindici

Sarà un centrosinistra diviso quello che correrà alle prossime elezioni amministrative a Casalecchio di Reno. Dopo dieci anni sotto la giunta del sindaco Pd Massimo Bosso, sabato 8 e domenica 9 giugno il comune dello hinterland bolognese si pronuncerà sul rinnovo del primo cittadino. Non sarà l’unico, perché questa tornata elettorale impegnerà 226 città dell’Emilia-Romagna, di cui 45 nella sola area metropolitana di Bologna. Da giugno dello scorso anno, però, il clima politico di Casalecchio è stato animato da polemiche e controversie. La scelta del Partito Democratico di non servirsi delle Primarie, preferendo candidare direttamente l’attuale assessore allo sport e alla partecipazione Matteo Ruggeri, ha provocato una ferita interna che non si è mai rimarginata.

A questa direttiva si è opposto fermamente Saverio Vecchia, ex assessore della giunta Gamberini (sindaco di Casalecchio dal 2004 al 2014 e attualmente presidente di Legacoop) e primo segretario dem cittadino, che ha preso la «drammatica decisione» di rinunciare alla tessera del partito e percorrere una nuova strada. Insieme al vicesindaco Massimo Masetti ha lanciato la lista “Centrosinistra per Casalecchio” che – unitamente alla storica “Lista Civica di Casalecchio” dell’imprenditore Bruno Cevenini, ai “Girasoli” dell’ex amministratore Roberto Mignani e ad Azione – sosterrà il candidato civico Dario Braga, già prorettore dell’Alma Mater. Una sfida alle urne tra due forze di centrosinistra, dunque, che potrebbe portare a un esito inatteso se la Lega del candidato Enrico Pasquariello sarà capace di sfruttare il cortocircuito dei Democratici.

«Il fatto che tanta gente mi abbia seguito è la prova che non si tratta di una questione personale, ma politica. Abbiamo deciso di prendere un’altra strada, meno soffocante e non predeterminata da un gruppo dirigente. Casalecchio può ora scegliere tra due diversi concetti: quello rappresentato da Ruggeri segue un percorso di continuità rispetto all’amministrazione precedente, il nostro, invece, di discontinuità. In termini di valori, entrambi si collocano nel centrosinistra», spiega Vecchia. L’ex segretario esclude che la destra possa rappresentare una minaccia: «Se pensasse di poter vincere avrebbe proposto un candidato più conosciuto di Pasquariello e comunque non della Lega, l’unico partito che praticamente non esiste neanche più in consiglio comunale. Credo piuttosto ci sia l’interesse di Fratelli d’Italia a mettere un gruppo dirigente nuovo all’opposizione e a farlo crescere, occupando gli spazi che finora sono stati di altri».

Tra i volti storici della sinistra rimasti delusi dalla scelta del Pd di evitare i gazebo e in cerca di un rinnovamento, c’è anche Ghino Collina, storico sindaco Pci di Casalecchio fino al 1995: «Vecchia è stato bistrattato e cancellato. Da giugno il vicesindaco Masetti chiedeva al partito di organizzare un incontro di maggioranza per definire chi sarebbe stato il candidato, ma questo non è avvenuto – spiega Collina – Dopo diverse richieste di chiarimento si è optato per un’operazione che mi sembra discutibile: il 26 dicembre è stata convocata una riunione dell’organo dirigente del Pd di Casalecchio fissata al 2 di gennaio. Un’ulteriore riunione è stata fatta dieci giorni dopo per ribadire che le Primarie non ci sarebbero state anche perché, hanno sostenuto, non avevamo proposto dei nomi». Casalecchio non è il solo comune bolognese divenuto oggetto di discussione a causa delle mancate Primarie, ma si aggiunge a una lista in cui figurano, tra gli altri, anche San Lazzaro di Savena, Pianoro e Anzola dell’Emilia: «C’è stata una presa di posizione da parte degli organi dirigenti a livello generale – continua l’ex sindaco – Io sono sicuro della mia scelta, conosco e rispetto Ruggeri, è di un’onestà esemplare e sarei pronto a dargli il mio portafoglio, ma Braga mi ha convinto dalla prima volta che l’ho ascoltato. In lui rivedo un direttore d’orchestra capace di amministrare lavori e interventi».

Anche su un possibile exploit del centrodestra, Collina ha le idee chiare: «Purtroppo il rischio c’è, basta ampliare lo sguardo per accorgersene, in Italia abbiamo un governo di destra vera. La candidatura di due nomi per il centrosinistra potrebbe causare confusione, il problema si intravedeva già a giugno». Sandro Vanelli, vicepresidente regionale dei pensionati artigiani e con una lunga carriera nella politica di Casalecchio alle spalle, invece, non ha ancora deciso su quale simbolo traccerà il proprio segno: «Avrei gradito le primarie, inizialmente mi sono speso per Vecchia. Ora sto cercando di valutare i candidati. L’ago della bilancia sarà la giunta, c’è bisogno di un cambiamento – dice – mia moglie è per Braga, ma io sono un uomo di partito, non so se abbandonerò la nave. Sicuramente non voterò mai a destra e non credo che a Casalecchio farà granché. Anche nei piccoli paesi racimolerà pochi numeri e con grande fatica, ma è vero che ci sono realtà della bassa bolognese dove potrebbero esserci sorprese. Un altro comune in bilico sarà San Pietro in Casale, anche lì c’è stato un po’ di trambusto». Ed è proprio nel centrodestra che il candidato Matteo Ruggeri riconosce il suo principale avversario: «Gli sfidanti della mia coalizione saranno loro, gli elettori dovranno scegliere se sarò sindaco io o Pasquariello, la mia partita è con lui. Sono convinto però che possiamo vincere al primo turno e che in ogni caso ai cittadini le divisioni di apparato non interessano». Una profezia che si avvererà? Saranno gli elettori a decidere tra due mesi, in una città dove alle ultime elezioni politiche il Partito Democratico ha ottenuto da solo il 34,6%, mentre tutto il centrodestra il 29,5%. 

 

Foto del comune di Casalecchio di Reno concessa dagli intervistati 

 

Questo articolo è già stato pubblicato sul Quindici numero 19 del 27 marzo 2024