Cinema

«Perché non scrivi la tua biografia? Perché la mia biografia l’ha scritta quella stronza di Virginia Woolf nel 1928», dice Paul Beatriz Preciado in una delle scene iniziali nel docufilm “Orlando, la mia biografia politica” trasmesso in anteprima questa sera al cinema Modernissimo. L’evento include un incontro con il regista ed è sold out. È il 1928 quando esce Orlando, un romanzo in cui Virginia Woolf narra la storia di un’esistenza in costante resistenza con le convenzioni della società. Sentimenti, amore, rapporti familiari e politica sono intimamente interconnessi e inscindibili. Un legame che sfuma le convenzioni e moltiplica la soggettività. Questa tensione diventa la forza motrice che sposta Orlando. Lo fa fluire narrativamente in un sonno, e dopo una notte, si sveglia in un altro corpo. Il tutto accompagnato da un salto temporale di secoli dal XVII-XVIII al XVIII-XIV e dall’alternanza tra generi grammaticali. Un fluire costante che Preciado chiama “erranza irrisolta” e che egli assume come suo essere. Per questo Preciado si rispecchia in questa biografia. Eppure nessuna vita è sovrapponibile, ma prossima. Allora come dirsi? Narrando più storie vicine alla propria scegliendo uno strumento che avvicina, che affianca alle parole il lirismo delle immagini: il cinema. Così il racconto si amplia mostrando quella parte della società che nel secolo passato non veniva mostrata, ma esisteva e c’è. Lo dimostrano le persone che hanno prestato le loro storie a questo documentario. Molte persone, di diverse età, anche bambini. Così che alla domanda «Orlando, dove sei?», la risposta sia vasta e varchi i limiti del tempo, le generazioni. Si spiegano così le frasi recitate da Preciado: «Il mondo contemporaneo è pieno di Orlando. Stiamo cambiando la Storia!».

 

Il film sarà in sala da giovedì al Lumière fino al 3 aprile.

 

 

Nell'immagine Paul Preciado. Foto: Ansa.