Esclusiva
«Anche se la postura caratteriale non lo aiuta, Matteo Lepore sa tenere insieme anime molto diverse tra di loro». Galeazzo Bignami a sorpresa riconosce una qualità importante al sindaco di Bologna con il quale si è dovuto scontrare su città 30, Garisenda e perfino sulle buche nelle strade. Esprime questo giudizio, dopo una sottolineata pausa di riflessione, in un’intervista a tutto tondo con la redazione di InCronaca. Tra gli altri temi trattati: il terzo mandato per i presidenti regionali, Giorgia Meloni, fascismo, comunismo, il momento magico del Bologna di Thiago Motta, il rapporto con suo padre e le elezioni in Abruzzo di domenica prossima dopo la sconfitta del centro destra in Sardegna. «Per noi l’Abruzzo è un’elezione come le altre 20 regioni, non ha valore nazionale». L’intervista integrale sarà pubblicata il 27 marzo sul bimensile Quindici.
Lepore l’ha definita Podestà, ma poi le ha fatto i complimenti per la nomina a viceministro e l’ha ringraziata per la presenza in piazza il 25 aprile. Lei che cosa apprezza del sindaco Lepore?
«Gli riconosco (dice dopo aver sottolineato la difficoltà della domanda, ndr) di essere riuscito a tenere assieme anime molto diverse perché si va da aree di estrema sinistra fino ad aree che vanno nella profondità del centro politico. Devo dire che questa è una qualità di composizione, forse grazie a dinamiche di potere, che non pensavo possedesse, soprattutto per la sua postura caratteriale».
Dopo la Sardegna cosa rappresenta per voi l’Abruzzo?
«Un’elezione regionale come ce ne sono venti ogni cinque anni. Entrano in gioco tante dinamiche che sono connotate da territorialità che non possono portare ad assurgere a caso nazionale».
Come sta vivendo il momento super del Bologna di Thiago Motta? È un tifoso rossoblù?
«Sì, sono tifoso ma purtroppo quest’anno ho visto una sola partita al Dall’Ara: Bologna-Milan ad agosto, unica partita persa in casa quest’anno. Ricordo che ci andai con Matteo Salvini tra l’altro, lui da milanista ha gioito. Da quel momento il Bologna non ha più perso al Dall’Ara perciò mi sono auto bandito dallo stadio per scaramanzia. Anche se, va detto, all’epoca la squadra non era ai livelli di oggi».
Nell'immagine Galeazzo Bignami. Foto InCronaca