alloggi

«Una colata di cemento»: è così che i Verdi definiscono lo stabile da 70 alloggi a destinazione turistico-alberghiera che verrà realizzato in via Michelino, in zona Fiera. «È un esempio di divaricazione tra le preoccupazioni della cittadinanza per l'emergenza ambientale e l’inconsapevolezza della politica», lamenta Danny Labriola, co-portavoce del gruppo Europa Verde-Verdi Bologna. Labriola sottolinea che il quartiere San Donato da anni soffre per una forte urbanizzazione, come dimostrano i numerosi cantieri della zona, dal Passante al tram, senza tralasciare la riqualificazione delle tanto discusse Scuole Besta.

La storia dell’immobile, in realtà, va avanti già da diversi anni: a giugno 2018 un’impresa privata ricevette dal Comune il permesso per costruire nella zona. I lavori, che avrebbero dovuto partire entro il 2020, si arrestarono più volte, dapprima a causa della pandemia e poi, nel 2023, per l’aumento dei costi delle materie prime.

I Verdi contestano una presentazione nebulosa e sommaria del progetto, prima in commissione e poi in consiglio, – «anche per quanto riguarda il consumo di suolo e l’abbattimento di alberi», commenta Labriola – e le continue proroghe che sono state di volta in volta concesse. L’ultima ieri: i lavori saranno ritardati fino al 29 giugno 2025.

Lo ha deciso una delibera della giunta comunale, sottolineando un’ulteriore motivazione: «L’impegno di riservare parte degli alloggi alla locazione a canone concordato per studenti universitari è in linea con l’obiettivo di incrementare l’offerta abitativa sociale e […] pertanto rafforza la considerazione del prevalente interesse pubblico generale alla realizzazione dell’intervento». Il 10% degli alloggi – cioè sette su 70 – saranno infatti riservati esclusivamente a studentesse e studenti, tuttavia per un periodo non superiore a dieci anni. «Bastano sette camere per considerare di interesse pubblico un intervento di questo tipo?», si chiede Labriola.

Secondo il portavoce, l’intervento resta non condivisibile «anche se il residence dovesse essere a basse emissioni, così come non è condivisibile il progetto della nuova scuola Besta»: gli edifici, per quanto efficienti possano essere, «non possono essere il pretesto per eliminare aree verdi. La tutela del suolo, degli alberi e della biodiversità è cruciale se vogliamo mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Siamo arrivati all’assurdo di giustificare nuove costruzioni parlando di “alberi equivalenti”». La zona dei lavori, infatti, attualmente ospita una vegetazione urbana, che verrà necessariamente eliminata per cedere il posto all’edificio e all’ampio parcheggio previsto.

L’assessore all’urbanistica, Raffaele Laudani, a cui si è chiesto un chiarimento sui lavori e sull’abbattimento degli alberi, ha risposto dicendosi disponibile ad approfondire la questione nei giorni successivi.

 

In foto via Michelino. Google Maps