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C'è anche la firma di Bologna nella Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiate. Il documento è stato siglato questa mattina da Luca Rizzo Nervo, assessore al Welfare, e Chiara Cardoletti, rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino dell’Unhrc.

 

Apporre la firma, per il Comune, significa entrare nella rete delle altre otto città italiane coinvolte (Milano, Roma, Bari, Torino, Genova, Napoli, Ravenna e Palermo) nel sistema di accoglienza diffusa e accompagnamento all’integrazione sociale. Ma significa pure assistenza nella ricerca di una casa e di un lavoro e nella richiesta dei documenti. Tutto questo anche grazie a un centro polifunzionale in cui sarà possibile, per i migranti, esplicare le procedure burocratiche e non solo. Ma rimangono ancora sospesi data e luogo di collocazione per l'hub che accorperà i processi in un’unica struttura. 

 

«L’adesione conferma gli impegni di integrazione e accoglienza diffusa che la città porta avanti da anni attraverso il progetto Vesta, incardinato nel Sai», commenta l’assessore al Welfare Luca Rizzo Nervo. Strategie di integrazione vincenti, “frutto di una collaborazione con la prefettura, la questura e la commissione territoriale”. 

 

I Comuni, dunque, diventano protagonisti, «in un momento in cui l’integrazione dei rifugiati in Italia è fondamentale», spiega Cardoletti. Dalla tutela della salute all’accoglienza diffusa in piccoli nuclei o in famiglia, alla rapida acquisizione dei documenti fondamentali. Così come venne fatto per dare ospitalità sotto le Torri ai rifugiati ucraini due anni fa. «L’hub polifunzionale di prima accoglienza sorse a Bologna - ricorda Rizzo Nervo -, dando il la a tante altre città italiane».

Un’idea «geniale» e che richiama la filosofia della Carta, secondo Cardoletti, perché «semplificava percorsi altrimenti lunghi e complessi».

 

Nell'immagine, da sinistra, Chiara Cardoletti e Luca Rizzo Nervo. Foto di Amalia Apicella