Centrodestra

Di Benedetto

Terzo mandato, legame con il territorio e lavoro sui candidati per le prossime sfide elettorali. Questi i concetti chiave su cui secondo Matteo Di Benedetto, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Bologna e vicesegretario provinciale, occorrerebbe riflettere, soprattutto dopo la vittoria della deputata pentastellata Alessandra Todde in Sardegna, un esito che era tutt’altro che scontato. Infatti, diversamente dai tentativi degli anni passati, alla fine nell'isola la coalizione del centrosinistra, costituita principalmente dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle, è riuscita a prevalere. Un risultato che pone il centrodestra nazionale nella condizione di dover rivedere alcune sue scelte, anche alla luce dei prossimi appuntamenti elettorali tra Regionali ed Europee.

«In Sardegna ha avuto un peso rilevante il voto disgiunto. A titolo personale posso dire che dal punto di vista del voto dato alle liste, il centrodestra ha battuto il centrosinistra, il che è un risultato positivo, così come è anche un buon segno che l’alleanza tra Lega e Partito Sardo d’Azione sia cresciuta di tre punti percentuali rispetto alle Politiche del 2022, passando dal 6 al 9%. Ovviamente però con questa precisazione non mi nascondo dietro un dito. Per il centrodestra è comunque stata una sconfitta proprio perché il nuovo presidente della Regione Sardegna non è il nostro», afferma Di Benedetto. 

Un tema su cui vale la pena riflettere è l’importanza delle autonomie locali, caro non solo al partito di Salvini ma anche agli stessi elettori sardi. «Sicuramente un tema che ha fatto la differenza nelle Regionali sarde è stata la presenza nel programma elettorale di politiche autonomiste. Non a caso, la candidata presidente del centrosinistra, Alessandra Todde, ha vinto non solo perché legata a quel territorio, ma anche e soprattutto perché ha proposto nel proprio programma politiche autonome che non potevano che essere apprezzate in una regione che vanta una storia politica improntata sull’autonomismo».

Anche se non è possibile sapere se una ricandidatura di Christian Solinas, presidente uscente e segretario del Partito Sardo d’Azione (PSdAz), avrebbe portato a un esito opposto, Di Benedetto riconosce un peso notevole anche ai risultati di Cagliari. «Oltre alla scelta di un candidato con un programma autonomista, un ruolo nella sconfitta di Paolo Truzzu può essere stato il voto che gli elettori di Cagliari, città di cui è stato sindaco, hanno dato a Todde», fa notare Di Benedetto.

E sul fatto che Salvini, segretario della Lega e ministro delle Infrastrutture, stia nuovamente premendo per il terzo mandato per i presidenti di Regione, argomento che al momento continua a vedere una resistenza da parte di Fratelli d’Italia, Di Benedetto non ha dubbi: «Credo che sia un tema molto importante e, al contempo, una scelta di buonsenso. Con il terzo mandato ci sarebbe la possibilità di ricandidarsi per tutti i presidenti di Regione, a prescindere dal loro colore politico, proprio perché non si deve avere paura dell’elettorato e, semmai, si deve lavorare su una proposta credibile».  

Inoltre, se ci dovesse essere nelle prossime settimane sul piano nazionale una tensione nei rapporti tra le forze politiche di centrodestra, non avrà impatti locali, assicura il consigliere.

«Non avendo la sfera di cristallo non so dire che cosa succederà in futuro. Ci tengo però a sottolineare che, qui in Emilia-Romagna, a livello locale, noi della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia, siamo più uniti di prima e lavoriamo insieme per le importanti competizioni elettorali che riguardano questa Regione», dichiara. «Infine, sicuramente da queste elezioni il centrosinistra esce più fiducioso di prima, ma ciò che secondo me è importante è non pensare a come si comporterà l’avversario, bensì a come ci muoveremo noi», conclude.

 

Nell'immagine, Matteo Di Benedetto. Foto fornita dall'intervistato