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Pallavolo

L’attuale stagione dello sport bolognese fino a questo momento sarebbe da incorniciare. Il Bologna calcio  risiede stabilmente nella zona alta della classifica e la Virtus sta facendo vivere ai propri tifosi delle notti europee magiche. Ma la pallavolo? Abbiamo intervistato il presidente della lega pallavolo Serie A Massimo Righi per fare il punto.

Presidente, come sta la pallavolo bolognese?

«Il volley cittadino sta attraversando un periodo di notevole crescita, che l’ha spinta a militare in Serie A3. Un risultato davvero importante se si tiene conto di quanto sia competitivo il campionato italiano, nella cui massima serie militano solamente dodici squadre».

Le ultime Final Four che si sono disputate all’Unipol Arena sono state un autentico successo in termini di pubblico, ma rischiano di finire all’estero.

«Quello delle Final Four fuori dall’Italia è un tema che ci ha accompagnato negli ultimi cinque anni. Infatti, rappresenta una possibilità, che al momento non si è mai concretizzata. Se da un lato siamo allettati dall’opportunità di crescita del nostro prodotto, che è molto richiesto in altri Paesi, dall’altro ci dispiace sottrarre ai tifosi una competizione così importante. Dunque, sarà una scelta figlia di un ragionamento più largo e tenendo conto di tutte le possibili implicazioni».

Quanto vale il campionato italiano?

«L’Italia è l’unico campionato di pallavolo al mondo che ha concluso un contratto di diritti tv privato. Un fondo di investimento ha, infatti, deciso di spendere per acquistare i diritti della nostra pallavolo a delle cifre considerevoli. Parliamo di qualcosa come 280 milioni di euro».

Lei si è insediato nel 2020, l’anno della pandemia. Come stanno le società?

«La nostra grande forza è stata l’aver bloccato le retrocessioni già nel 2010 a causa della precedente crisi economica. Questo ha fatto in modo di creare delle franchigie. Nei cinque anni successivi abbiamo continuato in questa direzione,  realizzando di fatto un circolo virtuoso per sostenere un sistema senza debiti. L’unica squadra che abbiamo perso è stata una realtà di Roma militante in A3».

Da tempo reclamate l’attenzione della classe politica per la realizzazione di nuove infrastrutture. Con i fondi relativi al Pnrr si sta muovendo qualcosa in questo senso?

«Trovo scandaloso la scarsa considerazione che si ha per il mondo della pallavolo. Le risorse sono andate tutte o quasi per l’impiantisca scolastica, mentre circolano dichiarazioni di esponenti politici di voler utilizzare i fondi per rifare tutti gli stadi. Invito a riflettere che non esiste soltanto il calcio e che al contrario, investendo su palazzetti, si potrebbe contribuire a dare maggiore decoro a moltissimi sport che si svolgono indoor».

Quanto è attrattivo il volley?

«La crescita dei tesserati è arrivata a circa 400.000 atleti, di cui i due terzi di rappresentati da donne. Abbiamo avuto dei picchi di crescita come nessun altro sport».

Quali sono gli obiettivi per il futuro?

«Sicuramente quello di portare la pallavolo a crescere attraverso degli investimenti che guardino a un orizzonte decennale. In questo ci potrà venire in aiuto la progettualità, che può spingere il prodotto a valere molto di più rispetto a quello attuale. Sul fatto di dover diventare dei leader a livello mondiale ci sono pochi dubbi. Le uniche perplessità sono relative all’impiantistica. Senza delle strutture adeguate che vadano ad accompagnare questo percorso diventa molto dura».

 

 

 

Massimo Righi. Foto concessa dall'intervistato