lettera di salvini

«Siamo disponibili al confronto e risponderemo a quanto chiesto dal ministero. Ma il tema è complesso e la replica dev’essere ponderata». È quanto detto da Valentina Orioli, assessora alla mobilità Pd, per spiegare quali saranno le prossime mosse con cui la giunta Lepore interverrà sull’“ingarbugliata” vicenda della Città 30. Infatti, dopo la Direttiva emanata dal Mit (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) il primo febbraio, che prevede la possibilità di fissare il limite dei 30 km/h solo in alcune «zone sensibili della città», ecco ora arrivare – direttamente nella cassetta postale di Palazzo d’Accursio – una lettera. Mittente, Matteo Salvini; destinatario, Matteo Lepore. «Caro sindaco – esordisce il Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti – in considerazione del richiamo operato nella Direttiva a garantire che tutti i Comuni si attengano alle prescrizioni ivi contenute, le sarei grato se volesse aggiornami sulle misure che intende adottare in tal senso». Una richiesta chiara a cui, ora, Lepore e i suoi dovranno dare una risposta. «Certamente ribatteremo ma non so ancora in che modo, le forme della reazione vanno valutate – spiega l’assessora Orioli – non si può risolvere la questione in tre righe, non bastano risposte improvvisate. Ci occorre del tempo per capire il modo più opportuno in cui muoverci». Ma di tempo ce n’è ben poco, perché Salvini ha lanciato l’ultimatum: dieci giorni. È questo, infatti, il limite massimo entro cui il Comune di Bologna dovrà uniformarsi alla Direttiva del ministero; in caso contrario, non sarebbe da escludersi, da parte del Mit, il ricorso alle “maniere forti”, vale a dire la disapplicazione forzata del provvedimento emanato da Lepore. Lepore che, a quel punto, potrebbe, secondo alcuni, anche decidere di rivolgersi al Tar. «Ricorrere al Tar? Le pare! C’è un tavolo aperto con il ministero, siamo in pieno dialogo. Quella del ricorso non è una possibilità», smentisce Orioli. E aggiunge: «Il tono della lettera non mi è sembrato affatto un “ultimatum”, c’è grande disponibilità al confronto».
Una disponibilità che, in effetti, emerge anche dalle parole di Galeazzo Bignami (FdI). «Questa lettera è la dimostrazione che vogliamo un punto d’incontro, una soluzione che, nei fatti, sia rispettosa dei termini istituzionali – dice il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti – avremmo potuto direttamente far disapplicare le ordinanze ma, per tener vivo il dialogo, abbiamo preferito fare un invito al sindaco». Invito su cui, tuttavia, restano poco chiare le modalità. Perché Salvini avrebbe scelto addirittura di spedire una lettera? Quasi un gesto “intimidatorio”. «Lepore ha sempre detto di essere aperto al dialogo, ma il dialogo è importante se lo si concretizza, altrimenti rimangono semplici, vuoti enunciati – afferma Bignami – quel che ci aspettiamo da lui è il rispetto e l’adeguamento alla legge, affinché trasformi le sue parole in fatti».
Ma questa, per alcuni, è un’ipotesi alquanto remota. «È nel Dna del sindaco non allinearsi alle direttive nazionali – dice Fabio Brinati, consigliere Comunale FdI Bologna – il provvedimento dei 30 km/h, così come lo ha concepito, è pura ideologia, un polverone mediatico per mascherare gli altri problemi della città, una strategia per far parlare di lui». E aggiunge: «Alla lettera del ministro risponderà con il classico atteggiamento di chi pensa di essere il più furbo di tutti. E, qualora decidesse di ricorrere al Tar, sarebbe solo una strategia per prendere tempo... Prima o poi dovrà ammettere di essere nel torto!».

 

Foto: Agenzia Dire.