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Non c'è il boom, anzi all'Alma Mater si gioca al ribasso. «Non ci sono le condizioni per crescere in questo momento. L'offerta formativa - spiega il rettore Giovanni Molari - è stata rinnovata, dobbiamo guardare alla qualità». Calano lievemente le immatricolazioni per l'anno accademico 2023/2024. Quel che c'è di certo sono i numeri in crescita degli studenti internazionali, che segnano un +11% rispetto all'anno precedente. Altro dato positivo, quello legato all'iscrizione delle donne a facoltà legate alle discipline Stem (tecnologici, matematici, ingegneristici). Da settembre 2023 ci sono 1.629 nuove iscritte ai corsi triennali e a ciclo unico, un aumento pari al 6%. Mentre sono 1.350 (+7%) le ragazze che si sono immatricolate in corsi laurea magistrale. 

I dati presentati in mattinata dal rettore Molari parlano chiaro: l'Alma Mater vive in una sorta di periodo di "quiete". Dopo il boom di iscrizioni post Covid, i numeri si stabilizzano, assestandosi di anno in anno. Sebbene si contino 300 immatricolazioni in meno rispetto all'anno accademico 2022/2023, in realtà, spiega il rettore «si compensano aggiungendo le 700 immatricolazioni degli studenti internazionali ancora in corso». Ma su una cosa Molari è molto chiaro «meglio la qualità, alla quantità». Da qui ne approfitta per ribadire l'importanza «del contatto reale tra insegnante e discente, insostituibile dalle università telematiche». 

Se a Bologna le triennali faticano un po', soprattutto quelle umanistiche, le magistrali segnano un aumento di studentesse e studenti pari al 3%. Per quanto riguarda invece la distribuzione sul territorio, le sedi sotto le Due Torri restano stabili (-3%), Ravenna compensa con un +3%, mentre diminuiscono le iscrizioni a Cesena. Bene a Forlì che ottiene un +18% di immatricolazioni rispetto all'anno scorso e meno matricole invece a Rimini (-8%). 

Un dato particolare è quello relativo al calo degli iscritti delle persone provenienti dalle regioni del sud Italia, circa -15%. «Probabilmente per motivazioni legate ai costi, ai trasporti e al boom di iscrizioni nelle università del Meridione». Si tratta comunque di negativo di circa 200/300 persone, «non particolarmente significativo». Aumentano invece i bolognesi e gli emiliano-romagnoli che scelgono l'Alma Mater anziché migrare in un'altra regione. 

Sul fronte internazionale un numero significativo è dato dalle iscrizioni delle studentesse - la maggioranza con il 62% - e degli studenti iraniani, che aumentano del 70%. Ma l'Unibo è particolarmente apprezzata anche dai nuovi immatricolati che arrivano soprattutto dalla Cina, dalla Turchia e dalla Russia. 

Molari ne approfitta per chiarire anche alcuni temi di estrema attualità come i Tolc in presenza e il numero chiuso per l'accesso alla facoltà di Medicina. Su quest'ultimo dice: «Serve stabilità. Cambiare ogni anno crea confusione. Troviamo un modello che vada bene e manteniamolo». E per il rettore il "modello" è uno: «Il numero chiuso è indispensabile per la tenuta del sistema». Addio invece ai test d'ingresso online per le facoltà a numero programmato: «Per il prossimo anno accetteremo solo quelli in presenza». 

Qualche studente in meno sicuramente non risolve l'emergenza casa e Molari, facendo un bilancio, racconta che «nell'ultimo anno sono stati aggiunti 110 posti in più negli studentati. A Forlì invece è stato inaugurato un nuovo dormitorio nell'ex Enav». Sulla spinosa questione del cinema Bellinzona  il rettore chiarisce: «Abbiamo avuto il 30% del convento. Restano quindi gli spazi del convento. Il cinema non rientra in questo 30% ed è un discorso indipendente». 

 

Nell'immagine studentesse e studenti in via Zamboni. Foto di Chiara Putignano