primarie negate

Continua a tenere banco, sul tavolo del dibattito politico regionale, il tema delle “mancate Primarie”, una decisione presa dal Partito democratico (Pd), in molti comuni del bolognese - Pianoro, Casalecchio di Reno, Anzola dell’Emilia, San Lazzaro. Una scelta assai dibattuta, che ha generato non poche controversie. A Casalecchio di Reno, in particolar modo, il ‘no’ alle Primarie e la candidatura unica di Matteo Ruggeri hanno provocato una frattura profonda all’interno del Pd, causandone l’uscita di Saverio Vecchia, uno dei volti storici della sinistra bolognese. Iscritto al partito da oltre trent’anni (dal Pds in avanti) ed ex assessore nella giunta Gamberini, Vecchia è stato il primo segretario del Partito democratico di Casalecchio… Un partito da cui, oggi, ha però scelto di tagliarsi fuori.

 

Vecchia, lei ha deciso di uscire dal Pd. Continuerà a fare politica? Per esempio con una lista autonoma… 

«Non lo so, per ora mi limito a osservare quel che succede. Non ho fatto alcun tipo di programma. Ciò che è certo è che, qualsiasi cosa farò, sarà sempre e solo nell’ambito del centrosinistra. Non posso pensare di passare dall’‘altra parte’ solo per ripicca o perché sono arrabbiato. Ma si vedrà».

 

La sua rinuncia alla tessera è un addio o un arrivederci?
«Nella mia vita mai avrei pensato di poterlo fare, men che meno in questa modalità. Ma mi sarei aspettato di partecipare alle Primarie di Casalecchio, i numeri li avevo, mi spettava. Invece hanno deciso di modificare le regole senza che nessuno lo sapesse. È stato un cambiamento di Stato, un atto di forza che ha tradito appieno l’assetto e l’essenza del partito democratico… Quindi basta».

Perché crede che abbiano fatto questa scelta?
«Sinceramente non lo so. Evidentemente si sono basati su logiche e accordi provinciali, che vanno ben oltre Casalecchio in sé. Ma per il centrosinistra le Primarie sono sempre state un modo per scegliere, presentare idee, coinvolgere la comunità nel dibattito politico. Il fatto che, eccetto in alcuni comuni, si sia deciso di bypassarle, è difficile da accettare».

Dopo il ‘no’ alle Primarie di San Lazzaro nulla sembra essere cambiato. Siamo in una fase di stallo?
«Più che di “stallo”, parlerei di una situazione ormai “definitiva”. Hanno fatto una scelta precisa, il verdetto è ormai quello. Tutto questo per me è drammatico. Non è stata una decisione semplice, ma sono stato accompagnato alla porta: ne ho preso atto e ne sono uscito».

Forse anche perché temeva una sconfitta…
«Assolutamente no. Il tema non era perdere, la logica delle primarie è accettare il confronto e il risultato. Riunendosi subito dopo. Ma partecipare alle primarie era un mio diritto e mi è stato impedito: è questo che ho trovato intollerabile, questo il motivo del mio distacco. E non è una questione personale, ma politica».

Nessun astio, dunque, tra lei e Matteo Ruggeri?
«No, ripeto, non è una questione personale. Non ce l’ho con Ruggeri… se avesse vinto gli avrei anche telefonato per fargli i complimenti. Lui è solo il beneficiario di una scelta che, però, è stata fatta da altri. “Niente più Primarie”, hanno detto. Ed è questo che ha generato la frattura».

Le è stato offerto qualche tentativo di riconciliazione?  
«No. La mossa fatta ha avuto un impatto troppo forte… C’è ben poco da ricucire. Nel Partito democratico le proposte sono sempre state valutate dai ‘molti’, mentre ora hanno scelto di decidere in ‘pochi’. È stata cambiata la consuetudine, si è rotto un meccanismo che sarà difficile riaggiustare. Fin quando la situazione rimarrà questa, per me rientrare non ha senso».

 

In copertina: Saverio Vecchia, ex segretario Pd Casalecchio
Foto concessa dall'intervistato