Città 30
A poco più di due giorni dal via di Bologna 30 non si placano le polemiche sulla misura fortemente voluta dall’amministrazione di Matteo Lepore. Tra i ritardi dei mezzi pubblici e le lamentele sulla segnaletica, a emergere nelle ultime ore è stato anche il tema multe. Accusato più volte di voler aumentare gli introiti del Comune attraverso le sanzioni, il primo cittadino è intervenuto sulla questione durante un’intervista a Rtl 102.5. «Per noi costa di più fare queste multe che incassare, lo facciamo per sensibilizzare i cittadini sulla sicurezza stradale. Sono multe da 29 euro, con quella somma non paghiamo il costo per le pattuglie e per i segnalatori». Il sindaco ha poi sottolineato come l’obiettivo sia sempre stato quello di ridurre gli incidenti.
Parole che però non hanno attenuato le polemiche dell’opposizione. Matteo Di Benedetto (Lega), infatti, va subito all’attacco: «Le dichiarazioni di Lepore vanno contro la realtà dei fatti. Nel bilancio previsionale gli incassi delle multe sono raddoppiati rispetto agli scorsi anni, mentre i costi non sono aumentati. Quello del sindaco mi sembra solo un modo per nascondere l’elefante nella stanza, ovvero aver imposto Bologna 30 ai cittadini senza dare loro la possibilità di decidere». Di Benedetto rilancia l’opzione del referendum, indicando come la decisione di non ascoltare le lamentele dei bolognesi potrebbe influenzare le prossime amministrative: «Il sindaco non vuole ascoltare i cittadini. Il 2026 non è lontano e rischia di trasformare il voto delle amministrative in una sorta di referendum e quindi a un Lepore sì e Lepore no».
A Di Benedetto risponde Michele Campaniello, capogruppo del Pd, che oltre a sottolineare le parole del sindaco aggiunge: «Le cifre del bilancio previsionale sono realizzate su previsioni statistiche su cui Città 30 non ha avuto nessuna influenza».
Il sindaco Matteo Lepore e l'assessora alla mobilità Valentina Orioli. Foto Dire