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«Ho detto “Hamas è il peggior nemico del popolo palestinese. Bisogna provvedere agli interessi di entrambe le parti. La Palestina ha bisogno di un leader capace di proteggere il suo popolo” perché il terrorismo messo in atto da Hamas deve essere condannato senza se e senza ma». È la risposta a una delle domande a cui ha risposto l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi, intervistato dagli allievi del master di Giornalismo dell’Alma Mater. «Non perché non ci siano delle cause, ma non dobbiamo lasciare che le cause possano portare ad ammazzare i bambini. Punto. Anche se si hanno delle ragioni, le si perde. Se ammazzi degli inermi perdi le ragioni».
«Questo è il senso della mia affermazione su Hamas. È il peggior nemico dei palestinesi perché muore un sacco di gente. Poi metto il punto. E se mi chiedono “cosa dice della reazione? – risponde - è sbagliata. Punto. Ammazzare 8mila persone è sbagliato, produce odio. Non risolve il problema del terrorismo. Colpisci 50 persone per vendicarne o ammazzarne una? Mi spiace, no. Questo non può esserci». E «quello che dico dei due popoli e dei due stati è quello che dicono i Papi dal 1948 ad oggi". Se dovesse fare da mediatore? "Chiederei il cessate il fuoco".
Interpellato poi sull'eventualità, in futuro, del sacerdozio femminile, tema discusso anche durante la recente sessione del Sinodo, Zuppi ha detto che “è difficile rispondere”. «Oggi direi di no, l’ha detto il Papa, l’ha ripetuto anche al Sinodo. Per tanti motivi: teologici e storici. Sappiamo che ci sono Chiese con il sacerdozio femminile e altre che, più di quella cattolica, pensano che sia un passo che non si debba fare. Oggi direi di no. La sfida attuale è risolvere il problema della piena partecipazione femminile nella Chiesa e di un peso del ruolo della donna».
Altro discorso, invece, la possibilità per i preti di sposarsi: “È una delle cose di cui si discute e già si è discusso e si discuterà. Lo stesso per le persone sposate, se possono o no diventare preti. Non dimentichiamo che nella Chiesa cattolica già ci sono i preti sposati. Se voi andate in Ucraina o in Romania, i preti delle comunità di rito bizantino, ma legate a Roma, ci sono già. Quindi è una disciplina che può essere cambiata. Per questo è molto più facile che avvenga”.
Queste sono alcuni delle riflessioni dell’arcivescovo sulla cronaca locale e mondiale. L’intervista completa sarà pubblicata il 16 novembre sul periodico “Quindici”.
E prima di congedarsi ha risposto alla telefonata della nonna di una giornalista, Marinella. Lo ha invitato a cena e dopo aver accettato di buon grado Zuppi ha scherzato: “sì, alle specialità umbre (terra d’origine della signora, ndr), basta che non mi faccia gli strozzapreti (ride, ndr)".
Foto di Gustavo Zandonella Necca