violenza di genere

Sono 1.121 le donne accolte nel 2022 sul territorio all’interno dell’Accodo metropolitano per l’accoglienza e l’ospitalità delle donne vittime di violenza di genere. Un valore che porta a 8.569 il totale delle donne aiutate dai Centri antiviolenza tra 2016 e 2022. In aumento del 19% le vittime che si rivolgono alle forze dell’ordine e del 51% chi denuncia il responsabile, prima o dopo l’inizio del percorso con i Centri antiviolenza. «Qui le donne non stanno zitte e c’è un sistema che risponde», afferma Simona Lembi, responsabile del Piano per l’uguaglianza della Città metropolitana di Bologna. Sono sei i centri con 28 sportelli in supporto alle vittime ma sono presenti anche quattro stanze rosa e altrettanti punti di ascolto. È stabile a 104 il numero delle donne ospitate in pronta accoglienza e in case rifugio, anche ad alta intensità educativa (donne con figli).

Il dato critico riguarda, invece, gli abbandoni dei percorsi nei centri antiviolenza, cresciuti dal 31% al 40% per motivi diversi, spiega la dirigente della Città metropolitana, Fabrizia Paltrinieri: «La mancanza di un lavoro e di una casa, per esempio, oppure la percezione di un mancato rispetto delle aspettative di protezione immediata, o ancora la mancata consapevolezza del percorso di ospitalità o la difficoltà di accettare le regole delle strutture».

I dati raccolti da Città metropolitana e centri antiviolenza mostrano un predominio di violenze operate da conoscenti per il 94% degli episodi: nel 56% è il partner, nel 23% l’ex, nel 10% un familiare e nel 5% un amico o un conoscente. «Viene spettacolarizzata la violenza nello spazio pubblico o commessa da stranieri, che è senz'altro un reato odioso e da non minimizzare», sostiene la vicesindaca di Bologna, Emily Clancy, ma «la violenza non è del "mostro” lontano da noi, ma del '“figlio sano” del patriarcato».

Le persone accolte nel 41% dei casi dichiarano di aver subito violenza psicologica, il 28% fisica, 13,7% sessuale e il 17% economica. Quest’ultimo dato è «poco affrontato, perché c’è ancora un grande tabù», racconta a margine della presentazione la presidente di MondoDonna, Loretta Michelini. Il Piano per l'uguaglianza della Città metropolitana ha in fase di presentazione un protocollo sull’autonomia abitativa e uno sull’autonomia lavorativa delle vittime di violenza di genere perché, come sottolinea anche Michelini, «è dall’autonomia economica che parte l’emancipazione».

 

Le rappresentanti dei Centri antiviolenza con la vice-sindaca di Bologna, Emily Clancy, la responsabile per il Piano per l'uguaglianza della Città Metropolitana di Bologna, Simona Lembi, e la dirigente della Città Metropolitana, Fabrizia Paltrinieri. Foto: Marco Ciccimarra