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Aumentano le truffe ai danni di donne anziane e soprattutto stanno cambiando le modalità di adescamento delle vittime. C’è chi si finge membro delle forze dell'ordine con tanto di divise e tesserini falsi; c’è invece chi si presenta come rappresentante di una multiutility tipo Hera o del Comune di Bologna. Ultimamente molti sfruttano i numerosi cantieri attivi grazie al Superbonus per spacciarsi come operai o elettricisti; mentre continua a riscuotere successo il copione recitato da alcuni per cui una nipote della donna truffata sarebbe rimasta vittima di un incidente stradale.  Inoltre, se prima i rapinatori tendevano ad agganciare le anziane per strada, ora è sempre più comune che si facciano trovare direttamente nell’androne del palazzo, dopo aver studiato attentamente le abitudini delle vittime. Si tratta quasi sempre di uomini sui 30 o 40 anni. Il quadro della situazione lo ha fatto la commissaria capa delle volanti di Bologna Alessandra Grassi. 

Ecco alcuni esempi. Nelle giornate del 7 e 8 marzo si sono verificati due episodi simili ai danni di donne molto anziane. Ieri fortunatamente il tentativo di truffa è stato sventato. Il rapinatore, infatti, spacciandosi per un operaio, aveva chiesto alla vittima di mettere tutti gli oggetti d’oro nel frigorifero, per evitare che si rovinassero. È stato questo dettaglio a farla allarmare e, ascoltando la telefonata con la polizia, l’uomo è subito scappato. È andata peggio per un' 83enne, rapinata il 7 marzo. L’uomo, fingendo di voler comprare un appartamento nella stessa palazzina della vittima, ha chiesto alla donna di entrare nella sua abitazione per visionare la pavimentazione e le ha fatto aprire la cassaforte. «È importante, anche da parte di familiari o vicini chiamare subito la polizia quando si ha anche solo un piccolo sospetto», ha sottolineato Grassi. Inoltre, nel caso in cui la truffa si consumi è essenziale che nessuno tocchi nulla, per non compromettere la raccolta degli indizi. Si tratta di un allarme che sia la polizia sia i carabinieri ci tengono a diffondere. La tempestività è tutto, ricordano le forze dell’ordine, anche perché spesso si ha la tendenza a denunciare questi episodi dopo qualche ora o addirittura il giorno dopo.

Infatti, quelle delle truffe in casa non sono gli unici episodi a danno della popolazione anziana accaduti nella città di Bologna in questi giorni. Infatti, il 2 marzo in Via Dagnini una donna di 71 anni è stata strattonata e rapinata da un uomo di origini romene. L’uomo, dopo che la donna aveva inserito già il pin, ha prelevato 1.500 euro. Stesse modalità per il furto avvenuto il 4 marzo, sempre in Via Dagnini, ai danni di una donna di 60 anni. In questo caso il rapinatore, che non ha usato violenza, ha prelevato 2.000 euro, la cifra massina che poteva selezionare. L’uomo è stato fermato grazie a un esercente che ha segnalato lo ha segnalato aggirarsi introno alle zone del bancomat. Alla vista dei Carabinieri l’uomo si sarebbe allontanato; quindi le forze dell’ordine hanno provveduto a immobilizzarlo e portarlo in caserma dato che l’uomo, senza documenti, si era rifiutato di fornire le sue generalità. Si tratta di un uomo di 27 anni, con precedenti per reati contro il patrimonio e già sottoposto a misure cautelari dalla procura della repubblica di Verona. Infatti aveva il divieto di dimora nel Veneto. Entrambe le vittime lo hanno identificato come il colpevole. Il 7 marzo si è svolta l’udienza di convalida che però non ha confermato lo stato di fermo. Il giudice, infatti, ha ritenuto che non ci fosse il pericolo di fuga da parte del sospettato e per questo ha scelto di applicare la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Attualmente sono in corso le verifiche sul domicilio fornito dall’uomo. Nel caso in cui ci fossero elementi ostativi l’uomo sarebbe costretto a rimanere in carcere.

 

Nell'immagine Alessandra Grassi, commissaria capa delle volanti di Bologna. Foto di Sofia Centioni.