grafologia

Se quella lettera o quel biglietto non trattenessero l’inchiostro sbavato sulla carta e le imperfezioni della calligrafia di chi le ha scritte, forse li avremmo solo lasciati nel cassetto. Senza toccarli, piegarli o sentirne l’odore.

Manu Scribere, il primo festival italiano sulla scrittura a mano, torna in Sala Borsa (piazza Nettuno 2) sabato 30 settembre e do­menica 1 ottobre. Questa seconda edizione è dedicata ai giovani. E, a dialogare con loro, ci saranno scienziati, scrittori, artisti, grafologi e calligrafi che in 14 incontri, sviluppati nelle due giornate, incroceranno i loro pensieri e le loro riflessioni sull’importanza dello scrivere a mano.

Organizzato da Agi, l’associazione grafologica italiana, in col­laborazione con l’Istituto Internazionale Moretti di Urbino e la Campagna per il diritto di scrivere a mano, «questa edizione del festival mira a sensibilizzare il pubblico sull’importanza di educare fin da picco­li alla scrittura a mano – spiega Guglielmo Incerti Caselli, presidente dell’associazione grafologica italiana –. Può certamente apparire paradossale, quasi provocatorio, portare in piazza la scrittura a mano in un momento storico in cui sembra destinata a tramontare. Eppure, è un diritto e mai come in questi ultimi anni se ne parla e se ne stanno riscoprendo i benefici in ambiti di studio anche molto distanti fra loro».

Agli incontri in programma si affianca lo spettacolo di Cochi Ponzoni, sabato alle 18, nell’auditorium Enzo Biagi di Sala Borsa, che, in dialogo con l’attore Marco Pagani, raccon­terà il suo intenso rapporto con la scrittura. Ad aprire i lavori saranno l’onorevole Federico Mollicone e l’onorevole Monica Ciaburro, prima firma per il disegno di legge per l’istituzione della “Giornata nazionale della scrittura a mano”.

 

Nella foto, Guglielmo Incerti Caselli e Iride Conficoni. Immagine di Amalia Apicella