Criminalità

«Dire che Bologna, dal mio punto di vista, è una città sicura non vuol dire che non abbia problemi di sicurezza». Così il colonnello Rodolfo Santovito, comandante provinciale dei carabinieri, riassume la situazione cittadina nel corso di una lunga intervista rilasciata a InCronaca. Assicura che «fenomeni molto frequenti e molto gravi qui non li ho registrati». In generale, le zone più colpite sono Bolognina, Savena, Pilastro e l’area della stazione, a cui si affiancano anche le zone più centrali. Droga, baby gang, violenza di genere sono i temi trattati integralmente nell''intervista integrale in uscita domani nel nuovo numero del "Quindici". Non manca l'argomento mafia, che esiste sul territorio «ma non desta particolari allarmi».  

Secondo Santovito, molti dei principali casi di cronaca sarebbero riconducibili a una «deriva negativa del divertimento, della movida». Risse e accoltellamenti nati o favoriti dall’uso di alcol e sostanze stupefacenti ma «non esiste da parte di questi gruppi un controllo militare del territorio, non c’è un’organizzazione sul territorio che controlla e gestisce. Si tratta di fenomeni sporadici comunque piuttosto importanti». Simile è la realtà del traffico di droghe, «polverizzata sul territorio con tante piccole iniziative», prosegue. La fotografia sul consumo giovanile, che resta il principale mercato, non è molto cambiata. Rimangono diffusi hashish, marijuana e cocaina ma stanno lentamente entrando anche fentanyl, mefedrone e gbl (gamma-butirrolattone). Contro il fenomeno delle baby gang, che nell’ultimo periodo ha generato allarme nel Bolognese, è stato dato «un giro di vite». A fronte di tantissime denunce di giovani alla Procura dei minori non sono state riscontrate «vere e proprie baby gang ma magari dei gruppi di ragazzi, di amici che si riunivano e davano vita a comportamenti un po’ devianti. Non ci sono le bande di latinos come in altre località», afferma il colonnello. La mancanza di una rete criminale organizzata rende più difficile la predizione di questi episodi per la loro estemporaneità. Dunque, esiste meno preoccupazione sul versante mafia: «Che ci sia anche qui è un fatto ormai conclamato - tuttavia - non ci sono segnali di particolare preoccupazione. L'arrivo di tutti questi flussi di denaro e, prima ancora, la situazione post-pandemica sono momenti particolarmente attrattivi per un certo tipo di investimento criminale. Però mi sento di dire che non c'è in questo momento a Bologna una presenza di questo tipo», osserva il comandante provinciale. L'attenzione rimane comunque altissima.

Piuttosto è la diffusione della violenza domestica e di genere a connotare tristemente Bologna. «È un reato che vedo che qui è molto frequente - valuta il colonnellonoi carabinieri riceviamo tra le cinque e le sei denunce al giorno». Il metodo più efficace per contrastarli è di spingere le vittime a denunciare immediatamente: «Anche i casi più gravi, violenza, pedinamento, costrizione, sono molto risalenti nel tempo. Se riuscissimo a carpire quella fiducia prima e arrivare nei tempi giusti potemmo sicuramente essere più utili». Risulta decisivo sensibilizzare e aiutare a riconoscere quando si è vittima di violenza: limitazioni nello spendere, muoversi, usare il cellulare e nello scegliere come vestirsi sono alcuni degli indicatori.

 

Il colonnello Rodolfo Santovito, comandante provinciale dei carabinieri. Foto: Federico Iezzi