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«Mai avrei immaginato che nel mio Paese avrebbe vinto una persona del genere». Lo ha detto Tito Dall'Occhio, insegnante di lingue residente a Bologna, rispondendo con preoccupazione a InCronaca che gli ha chiesto di commentare l’esito delle elezioni presidenziali argentine. Ieri Buenos Aires ha eletto Javier Milei, economista di 53 anni che promette una rivoluzione ultraliberista fatta di privatizzazioni estreme nel Paese. Il neo presidente, che si definisce un “anarcocapitalista”, ha sconfitto al ballottaggio Sergio Massa, peronista di centrosinistra, con un vantaggio dell’11%. «L’Argentina, dopo la dittatura, è stata un esempio per tutta l’America Latina sui diritti e il welfare state – ha aggiunto Dall'Occhio - Venivano da tutto il continente per studiare nelle nostre università e curarsi nei nostri ospedali. Adesso Milei ha detto che taglierà le spese pubbliche in modo radicale». Dopo nove default del debito pubblico (il numero più alto mai registrato al mondo), oggi in Argentina il 40% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e l’inflazione galoppa al 143%. «Le persone hanno votato contro il sistema, che adesso è rappresentato dal peronismo, contro l’inflazione insostenibile», ha sostenuto. Oltre alla forte perplessità internazionale sulle riforme economiche come l’abolizione della banca centrale o la sostituzione del peso con il dollaro, molti argentini temono una virata a destra sui diritti civili e sociali. La vicepresidente Victoria Villaruel è figlia di un militare e ha fatto commenti positivi sugli anni bui dei generali. «Abbiamo paura che conceda l'amnistia ai collaborazionisti della dittatura che sono in galera – ha raccontato ancora Dall'Occhio –. Così torniamo indietro di anni». Milei è un outsider, non ha mai fatto politica e proprio per questo piace agli argentini. «È un personaggio che si è costruito in tv grazie a un conduttore che gli ha insegnato come vendersi al grande pubblico», ha commentato Luis Maria Moro, originario di Buenos Aires, ma romagnolo di adozione da anni. «Ho perso interesse per le elezioni argentine. Non ho più fiducia nel sistema politico – ha aggiunto –. Da anni si va dietro al cognome non al partito e io, che credo nel valore della democrazia tanto sudata, questa volta non avrei votato né per Massa né per Milei». Gli argentini sono esausti della corruzione, della povertà e di un assistenzialismo che non è più sostenibile economicamente. «Vorrei tornare in Argentina in futuro, ma con Milei ci penserò due volte», ha concluso Dall'Occhio, con tono scettico. «Ho nostalgia della mia terra – ha chiosato per finire Luis Maria Moro – spero un giorno di trovarla industrializzata perché i cervelli per farlo ci sono».
Nell'immagine Milei vincitore. Foto Ansa