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Non c’è due senza tre: la campagna elettorale per le regionali è ancora lontana (2025) eppure già la politica comincia a discutere sulla possibilità di una terza candidatura per l’attuale presidente Stefano Bonaccini.
Questi ha infatti già svolto due incarichi, nel 2014 e nel 2019, e stando alla legge 165 del 2004 per i vertici della Regione non è possibile svolgere più di due mandati consecutivi. La questione non si riferisce alla sola Emilia-Romagna: difatti sono ben sette i presidenti che dovrebbero lasciare il proprio seggio in Regione senza potersi ricandidare, tre del Partito Democratico e quattro dell'area di centrodestra.
Tornando alla nostra Regione, all’interno del Pd le dichiarazioni dei vari rappresentanti politici e istituzionali lasciano trapelare una certa disarmonia tra quelle che potremmo definire le due ali del partito: bonacciniani e schleiniani. La segretaria Schlein, pur intervenendo sulla questione campana dove anche De Luca rischia di non poter accedere all’elezione, ha assunto una posizione rigida, ribadendo come la legge non preveda questa opzione. Anche Matteo Lepore, vicino al nuovo corso impresso dall’attuale segretaria, ha ribadito qualche giorno fa alla Festa dell’Unità di Bologna come il tema sia prematuro e che sarà discusso dal partito nelle sedi opportune.
Medesima risposta data dal vicesegretario bolognese dei Dem Matteo Meogrossi, per il quale la discussione dovrà essere affrontata prima all’interno del partito tenendo in considerazione le sue varie anime. Tuttavia sembra divergere dal primo cittadino bolognese sulla bontà della proposta: «Personalmente mi sembra poco funzionale il limite dei mandati - ha riferito - Per quale ragione un parlamentare o un vicesindaco possono svolgere lo stesso ruolo anche per 50 anni consecutivi, mentre un sindaco o un presidente di Regione devono abbandonare la carica dopo dieci anni?».
Nonostante il tema sia ora alla ribalta della cronaca, secondo Meogrossi sono molti anni che si discute del limite al terzo mandato. Inoltre una eventuale proposta di modifica potrebbe ora trovare l’appoggio anche dell’opposizione di centrodestra, la quale rischia di perdere amministratori molto apprezzati a livello locale quali Zaia (Veneto, termine mandato nel 2025) e Fedriga (Friuli Venezia Giulia, termine mandato nel 2028). La numero 1 del Pd bolognese, Federica Mazzoni, ha invece detto che «preferisce non esprimersi sul tema».
Per ora Bonaccini ter resta una suggestione, ma la politica vive di sentimento e le sensibilità sulla tematica in casa Dem sembrano molte.
Nell'immagine: Stefano Bonaccini. Foto: Common Free