Israele

conflitto tra Israele e Gaza foto Ansa

È programmato per stasera, verso le 20, un incontro al Memoriale per la Shoah, in via Matteotti, dove verranno accese «1.000 candele per non dimenticare». All’evento, come ha scritto su X, parteciperà il deputato Pd Andrea De Maria, il quale ha detto che «questa iniziativa serve a condannare la violenza di questi ultimi giorni e a ricordare le vittime del terrorismo di Hamas». 

Se a Bologna si parla del conflitto tra Israele e Gaza, c’è chi invece, vivendo in quei territori, sta assistendo in prima persona all’orrore e alla violenza.

Lui è un medico israeliano. Ha studiato a Bologna e da febbraio ha fatto ritorno in Israele. Vive nella capitale e, pur chiedendoci di non rivelare né il suo nome né il suo volto, ci ha reso una toccante testimonianza.

«Si vive un clima di terrore, anche se adesso la situazione è leggermente migliorata rispetto a sabato» racconta manifestando la propria preoccupazione. «Si vede comunque - continua -  pochissima gente per strada». La minaccia costante dei razzi scagliati da Gaza è molto diffusa. Mentre parla al telefono a un certo punto si sente un allarme: stanno piovendo razzi, bisogna nascondersi. La telefonata si interrompe. Passano cinque minuti. Poi richiama.

«Per ora il governo non ha imposto nessun coprifuoco. Tuttavia, è vivamente consigliato evitare raduni per gruppi con più di dieci persone» prosegue.

La situazione negli ospedali è critica. Il numero di vittime e feriti è in costante crescita. Gli attacchi hanno colpito sia militari sia civili di ogni genere e età. La maggior parte dei feriti, ad oggi più di 3.000, è stata ricoverata nei principali ospedali della parte meridionale del Paese a cominciare da quello di Ascalona, mentre i più gravi, poco più di un centinaio, sono stati portati a Tel Aviv. 

A rendere la situazione particolarmente pesante è la prospettiva di un intensificarsi della guerra: «Anche se Netanyahu ha effettivamente detto che non si può parlare di trattativa, la storia ci ha insegnato che nulla è impossibile. C'è stata la mobilitazione di 300.000 soldati, ma non credo che faranno subito l'invasione via terra, perché fallirebbero. Per ora ci sono attacchi da entrambe le parti con i razzi, ma ciò che temo di più è quello che farà Hezbollah, l'alleato di Hamas pronto a colpire Israele da nord».

Se il nostro interlocutore teme che questi massacri siano solo l'inizio, dall'altro lato però spera che «un domani questi tragici eventi facciano parte di un ricordo lontano e che vengano celebrati come oggi a Monte Sole viene commemorato l'anniversario della strage di Marzabotto».   

 

 

Nell'immagine, una scena del conflitto tra Israele e Gaza. Foto Ansa