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Restituito alla raffinatezza dei valori cromatici originari dopo un complesso e delicato restauro, il dipinto di Lavinia Fontana “Giuditta con la testa di Oloferne” torna a essere visibile dal 5 al 12 aprile 2023 al museo civico d’arte industriale e galleria Davia Bergellini. È questo l’ultimo saluto all’opera prima del suo trasferimento alla National Gallery of Ireland di Dublino, in cui sarà ospitata – dal 6 maggio al 27 agosto 2023 – all’ interno della mostra “Lavinia Fontana: Trailblazer, Rule Breaker”. In questo dipinto, raffigurante la vicenda biblica in un’ambientazione notturna, Fontana esprime al meglio la propria padronanza artistica e la forte sensibilità di gusto fiammingo per la resa analitica dei dettagli.
La mostra di Dublino sarà la prima monografica volta ad analizzare il lavoro della pittrice, attraverso una selezione delle sue opere più apprezzate. «È questa un’occasione importante per segnare l’inizio di una collaborazione scientifica con il museo irlandese», ha detto la direttrice del settore Musei Civici di Bologna Eva Degl’Innocenti. «Sarà l’opera ambasciatrice, il simbolo di quella “Bologna città delle artiste” che vogliamo valorizzare», ha aggiunto.
Massimo Medica, direttore dei musei civici d’arte antica di Bologna, ha detto che «attraverso il restauro si è potuto recuperare lo stato straordinario e originario del dipinto, rendendo possibile la creazione di un importante momento di scambio, grazie al quale il nostro museo si farà conoscere anche all’estero». Lavinia Fontana, una delle principali figure rappresentative della pittura tardo-manierista, è la prima donna che, partendo da un’esclusiva opera ritrattistica, arriva poi a dipingere pale d’altare e nudi femminili di estrema raffinatezza. «È un’artista che, grazie al suo ardore e alle sue grandiose interpretazioni iconografiche, riesce a sorprenderci sempre. Nelle sue opere c’è un’esplosione di luce e colore». È intervenuta così Vera Fortunati – docente di storia dell’arte moderna all’università di Bologna – durante l’incontro di esposizione del dipinto restaurato. «È per noi importante riprendere oggi il grande lavoro bibliografico fatto da Vera Fortunati per valorizzare l’opera delle grandi artiste femminili bolognesi», ha commentato Eva Degl’Innocenti. La professoressa ha infatti ripercorso – attraverso l’illustrazione delle sue principali opere – la vita e il trascorso artistico di Lavinia Fontana, definendola come «l’unica donna capace di raffigurare il nudo femminile senza i retorici compiacimenti del mondo maschile, ma con pura innocenza e castità». La pittrice «riesce a fare del corpo femminile un vero campo espressivo e, meglio di qualsiasi uomo, rappresenta nei suoi quadri tutte le galanterie del tempo», ha aggiunto Fortunati. «Il suo è un progetto professionale di ampio respiro: sin dall’inizio è una donna che promette bene», ha detto la professoressa. E ha poi spiegato: «Ha introdotto nella produzione artistica importanti novità iconografiche, grazie all’incontro con l’arte veneta e all’assimilazione dell’opera dei fratelli Carracci. Il dipinto oggi esposto ne rappresenta il simbolo e la piena essenza artistica».
L’intervento, eseguito dal Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale S.r.l. sotto la direzione tecnica di Giovanni Giannelli, è stato finalizzato al recupero del colorismo, delle tonalità e dei dettagli figurativi contraddistintivi dell’artista bolognese. L’operazione, pensata inizialmente come semplice manutenzione, «è stata davvero soddisfacente», ha detto il direttore Giovannelli. «Abbiamo cercato di fare del nostro meglio. Oggi il quadro è molto simile a come era originariamente. Ma, come si dice “il restauratore fa bella figura solo se l’opera è già bella!», ha affermato sorridendo.
Viene salutato così il suggestivo dipinto: perché non sarà un addio, ma solo un arrivederci.
In copertina foto del dipinto "Giuditta con la testa di Olofene". Foto di Lavinia Sdoga