Iscrizioni Pd
A Bologna si registra un aumento di circa 500 nuovi iscritti al Partito Democratico rispetto al 2021, per un totale di ottomila tesserati Pd nella città. Cifre in controtendenza rispetto all’andamento nazionale, che stimano circa 150mila iscritti al Pd nel 2023, quando nel 2021 toccavano le 320mila unità, più che dimezzati insomma.
«Ci sono due fattori che motivano questa crescita locale», spiega Matteo Meogrossi, vice segretario Pd a Bologna. Il primo è imputabile al Covid: «Quest’anno, con l’assenza di chiusure dei circoli dovute alla pandemia, siamo riusciti a fare un lavoro di recupero dei vecchi iscritti e di coinvolgimento dei nuovi tesserati che gli anni precedenti non siamo riusciti a fare», dice Meogrossi. A motivare l’aumento di neo tesserati nella “città rossa” è anche il «fattore candidature emiliane», con un riferimento alla provenienza dei candidati Schlein, Bonaccini e De Micheli. Lo stesso Cuperlo è un «bolognese d’adozione»; già nel 2013, in occasione delle primarie Pd, vinse contro Renzi tra gli iscritti in città.
I tesserati Pd crescono ma «è cambiato il modo di vivere la militanza», dice il vice segretario. Nel senso che i giovani prendono parte alle occasioni di dibattito e agli appuntamenti pubblici che il partito organizza, ma «sono più restii a iscriversi al Pd». Tesserarsi è infatti ormai una forma di sostegno comune solamente nella fascia di popolazione più adulta.
Non sempre il Pd rientra al primo posto tra le preferenze dei giovani di sinistra. Alle elezioni del 25 settembre, il gruppo Azione – Italia Viva ha ottenuto infatti il 17% dei voti tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni, mentre il Pd si è fermato al 13%. «Il voto delle ragazze e dei ragazzi è uno dei più critici ed è normale che si possa polarizzare – premette Meogrossi – è un fattore legato alla nostra esposizione e alla presenza al governo Draghi», giustificando così la perdita di voti rispetto al gruppo di Calenda e Renzi.
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