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«È arrivato il momento di celebrare la cretineria al femminile!». Esordisce così Serena Dandini, 68 anni, conduttrice e scrittrice, quando le chiedi di raccontare il suo nuovo spettacolo. “Vieni avanti cretina!” è il titolo del format che, stasera alle 21, Dandini porta al Teatro Duse (via Cartoleria 42). Un varietà tutto al femminile, a 35 anni dalla “Tv delle ragazze”, con Federica Cacciola, Antonella Attili, Cristina Chinaglia, Alessandra Faiella, Laura Formenti, Annagaia Marchioro, Germana Pasquero e Gioia Salvatori. Può sembrare un’esclamazione audace quella del titolo, ma bisogna ricordare che «anche la comicità - spiega Dandini - è stata da sempre un campo di battaglia in cui gli uomini hanno mantenuto ruoli privilegiati da protagonisti». 

 

Dandini, perché il titolo “Vieni avanti, cretina!”?

«Trae ispirazione alla battuta del varietà “Vieni avanti, cretino!”, resa famosa dai Fratelli De Rege. È un gioco, una provocazione. Per secoli ci hanno dato delle cretine e finalmente possiamo deliberatamente definirci tali da sole». 

 

Insomma, per essere accettate, le donne devono essere delle super-women e apparire a tutti i costi intelligenti?

«Proprio così. Per essere accettate noi dobbiamo sempre dimostrare qualcosa. Con questo format teatrale vogliamo dire basta alla sindrome di Ginger Rogers che deve fare tutto quello che fa Fred Astaire ma sui tacchi e camminando all’indietro. La vera parità è raggiunta solo quando una donna cretina può avere lo stesso incarico di responsabilità di un uomo cretino che invece è riuscito a fare comunque carriera nonostante la sua palese stupidaggine». 

 

Che tipo di cretineria porteranno le attrici sul palco del Duse? 

«Ci sarà un’elettrice del Pd che si interroga sul perché sia rimasta fedele per tutta la vita al partito democratico. Poi cercheremo di capire perché le donne siano state così attratte dalla trilogia delle “Cinquanta sfumature di…”. E anche perché “Madame Bovary” di Gustave Flaubert ci abbia rovinato». 

 

Nell'immagine Serena Dandini. Foto dell'ufficio stampa del Teatro Duse.