canapa

Gli abitanti della zona Roveri, oggi, si aspettavano forse molte cose, ma difficilmente una carovana di consiglieri comunali all’interno di uno stabilimento che produce cannabidiolo (il cosiddetto Cbd). L’iniziativa è stata voluta da Matteo Santori, l’ex sardina oggi consigliere con delega al turismo e alle politiche giovanili, che ha fortemente voluto fortemente questa visita nell’azienda “Tremori” di Luigi Dordei e Carlo Alberto Mori per sensibilizzare la politica, «nella sua veste più formale» – come scrive in una lettera pubblicata su Cantiere Bologna, sulla cannabis light e per combattere la tanta disinformazione sulla materia.

L’evento, in ogni caso, non è stato improvvisato: già a inizio settembre Santori aveva avanzato la proposta, che aveva subito incontrato le resistenze di Fdi, che all’epoca aveva prontamente rifiutato: «Come gruppo FdI annunciamo già che no, non andremo assolutamente a questa gita, che sarebbe peraltro una seduta di commissione e quindi a spese del Comune, cioè dei cittadini. È molto triste che si usino i soldi dei contribuenti in questo modo. Siamo e saremo sempre contro la legalizzazione di qualsiasi droga e continueremo la nostra battaglia».

La promessa è stata mantenuta, perché oggi all’appello mancavano proprio i cinque consiglieri Fdi, mentre i rappresentanti di Lega e Forza Italia erano presenti, perché «hanno capito subito che non si tratta di una boutade di Santori, né di una trappola», scrive l’ex sardina.

L’azienda di Dordei e Mori aveva subito una battuta d’arresto lo scorso febbraio, quando ha dovuto temporaneamente chiudere i battenti per degli accertamenti di Asl, carabinieri e forestali, che però non hanno riscontrato alcun illecito.

Il consigliere dem, oggi, «la politica bussa e chiede di capire, perché a questo servono le udienze conoscitive previste dal regolamento del Consiglio Comunale di Bologna. Servono anche a fare luce laddove spesso l’ombra apre varchi all’ignoranza». Prima dell’introduzione del Cbd l’Italia «era il secondo produttore di canapa dopo la Russia, e il primo per qualità»: adesso questo settore del made in Italy, però, è costretto a chiudere, con buona pace degli imprenditori.

L’obiettivo della visita di oggi – tra persone vere, tra macchinari veri, tra investimenti veri – è far capire cosa si intende per “cannabis light”, distinguendo per esempio tra il Thc e il Cbd, due principi del tutto diversi: se il primo ha di fatto effetti psicotropi (ed è quindi assente nella cannabis light), il secondo ha invece proprietà antiepilettiche, antinfiammatorie e antidolorifiche. Il cannabidiolo sarebbe più innocuo della caffeina, perché, al contrario di questa, non produce dipendenza.

«Quella che stiamo conducendo – conclude Santori – per tutelare il settore della Cbd non è una battaglia antiproibizionista, ma una campagna di buon senso». Il consigliere ha fatto un plauso ai consiglieri e alle consigliere che hanno accettato la sua proposta, «immagazzinando informazioni di cui non erano in possesso, sapendo che queste informazioni avrebbero potuto crepare le certezze che a volte tendiamo a credere inattaccabili».

 

Foto concessa da Mattia Santori