Migranti
Ore di caos e paura quelle passate ieri sera dai migranti nel Cas in Via Mattei. Dopo il presidio davanti all’ex Cie tenuto in mattinata dai residenti insieme a Coordinamento migranti, una guardia di sicurezza del centro avrebbe spruzzato, intorno alle 19 e 30, dello spray lacrimogeno a un ragazzo, portato via in ambulanza poco dopo. «Eravamo in fila per prendere da mangiare», racconta uno degli ospiti in un video pubblicato online da Coordinamento migranti, «quando uno di noi ha chiesto alla guardia di entrare per prendere dell’acqua. Abbiamo visto che la guardia si è opposta e che è cominciata una discussione. Poco dopo la guardia ha spruzzato lo spray al peperoncino in faccia a quel ragazzo e noi siamo rimasti senza cibo».
Nell’assemblea di ieri mattina era emerso come, nel Cas di via Mattei, i ragazzi facciano abitualmente la fila per ore prima di ricevere da mangiare. Michele Cento, di Coordinamento Migranti, ipotizza che si sia creata della tensione tra l’ospite che ha provato a superare la fila per bere e la guardia, oppure tra gli stessi ragazzi. Quel che è certo è la testimonianza concorde raccolta dal collettivo dentro le mura del Mattei: lo spray lacrimogeno è stato utilizzato “indebitamente” dalla guardia addetta alla supervisione dei pasti per far retrocedere il ragazzo e riportare l’ordine, scatenando la frustrazione degli altri ospiti, che erano in attesa di mangiare.
Dopo l’episodio davanti al Cas si sono radunate decine di volanti della polizia e la Digos. Nel caos generale, dice Cento, «ai ragazzi non è stato dato cibo. Hanno ricominciato a darlo solo verso le 21, per più di un’ora abbiamo temuto di dover affrontare la sfida impossibile di sfamare 800 persone». C’è però un lato positivo, continua Cento, che è emerso dopo l’incontro di ieri mattina. «I residenti del Cas si sono stufati di essere trattati senza rispetto. La lotta di ieri ha fatto emergere nei ragazzi la forza di dire “Non vogliamo più obbedire”». A proposito del ragazzo colpito dallo spray, Cento spiega che «fino a stamattina non era ancora rientrato in struttura, ma adesso dobbiamo attendere per saperne di più».
Foto di Coordinamento Migranti Bologna