emergenza casa

 «Siamo d’accordo con l’iniziativa del comune di Milano», dice Alice Angeloni, 23 anni, studentessa di Geografia e Attivista del collettivo “Cambiare rotta” fuori dalla Sede al civico 33 di via Zamboni. Riferendosi a “Progetto diffuso”. Un piano presentato dal Comune di Milano per aumentare il numero di alloggi disponibili per gli studenti universitari della città. Per individuare e riqualificare 600 posti letto con stanze a canone mensile tra 250 e 300 euro per studenti e studentesse, puntando a usare il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

Ancora più ambizioso il Comune di Bologna, che la scorsa primavera ha presentato il Piano per l’Abitare, un progetto con lo scopo di creare 10.000 alloggi nei prossimi dieci anni. «Nelle prossime settimane – ha detto la vicesindaca Emily Clancy – partirà un bando per la costruzione di un Condominio solidale in collaborazione con Acer; nel 2024 sarà attivato il progetto “Agenzia Sociale per l’Affitto” e stanno per partire anche i lavori per Sfitto 0, il programma di ristrutturazione di 600 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica».

Sul punto è intervenuto anche il sindaco, Matteo Lepore con un post su Facebook: «Come Giunta, tra poche settimane presenteremo una variante urbanistica in Consiglio Comunale che ci permetterà di attuare un piano ambizioso. Vogliamo accogliere investimenti e imprese nel campo dell'intelligenza artificiale, supercalcolo e formazione delle competenze. Un piano che prevede anche la realizzazione di 10.000 alloggi accessibili e calmierati, per chi lavora, studia, per chi vive e vuole vivere la città».

 

Eppure studenti e studentesse, che per settembre auspicavano un miglioramento della situazione abitativa a Bologna, non si sono mostrate particolarmente soddisfatte; continuano, infatti, le proteste e sono apparse nuove tende davanti alla stazione di Bologna, come quelle di Piazza Verdi e di via Zamboni. «Attendiamo risposte dalle istituzioni - dice Alice. Gli interventi devono essere nazionali. Da maggio a oggi non è cambiato nulla».

A tal proposito si è espressa anche la vicesindaca Clancy ribadendo la necessità di verticalizzare le iniziative e gli interventi per quanto riguarda l’emergenza abitativa. La vicesindaca ribadisce che il Comune si sta impegnando ma che è necessario un intervento da parte del Governo. «Le città rappresentano il 3% della terra emersa, eppure in Europa in pochi anni ci abiterà l’85% della popolazione; sono il luogo in cui si consuma la crisi abitativa, per questo è necessario un intervento a livello nazionale, eppure l’unica cosa che ha fatto il governo è tagliare i fondi per l’affitto» ha ribadito.

Per quanto riguarda gli affitti brevi, invece, Clancy ha specificato che giovedì scorso è stata in Senato per presentare un progetto di legge. «Nonostante molte forze hanno manifestato la volontà di collaborare, rimangono molti i dubbi» ha aggiunto Clancy. Diverse, infine, le critiche rispetto alla bozza Santanchè, che avrebbe lo scopo di regolamentare gli affitti turistici, dal momento che l’unico provvedimento reale sembra essere quello del limite minimo delle due notti di soggiorno. 

 

Nella foto il presidio in via Zamboni

Foto di Alessia Sironi