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Dopo il day off di ieri, Stefano Bonaccini è tornato a calcare la scena politica con un intervento in Regione. Lo ha fatto da presidente dell'Emilia-Romagna, due giorni dopo aver perso la corsa per la segreteria del Pd. Nonostante la sconfitta alle Primarie, ha ribadito la sua piena collaborazione con la nuova segretaria Elly Schlein. «È doveroso farlo in un momento critico come questo. L’avversario è a destra, non nel partito», ha fatto notare a margine di un'iniziativa di viale Moro dedicata ai migranti. Oggi è stato il suo pieno ritorno in Regione: il rischio di dover dividere il suo tempo tra l'Emilia-Romagna e la segreteria del partito ormai è nullo. L'agenda è fitta: dopo l'assemblea legislativa lo attende un convegno sul Programma nazionale per la Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori. Fuori dall'aula il presidente è stato salutato con calore e sorrisi anche dall'opposizione, oltre che dai suoi sostenitori: la consigliera di Fi Valentina Castaldini ha riconosciuto che in Emilia-Romagna il Pd si è finora comportato in modo corretto.
Davanti alla stampa Bonaccini ha sottolineato l’importanza dell’unità, vitale per un «partito che ha sofferto le troppe liti e scissioni negli ultimi anni». La palla, in ogni caso, passa ora a Schlein, a cui spetta il compito di tenere insieme il Pd: è un dovere nei confronti di elettrici ed elettori che troppe volte hanno visto dividersi i dirigenti. Elly Schlein non ha ancora chiamato il suo (ex) concorrente, ma Bonaccini è certo che è solo questione di tempo: con la nomina così recente, «i suoi impegni sono certamente notevoli». Sul suo futuro in Regione, poi, il presidente è chiaro: continuerà il suo mandato con il massimo impegno.
Riprendendo un’intervista di Romano Prodi uscita su Repubblica oggi, Bonaccini ha condiviso l’idea secondo cui per ridurre le disparità e le disuguaglianze sia necessaria una crescita: «Serve un partito forte e compatto. Chi esce sbaglia. Anzi, occorre chiamare nuove persone: è necessario che il Pd si rigeneri con una nuova classe dirigente, per costruire un nuovo centrosinistra». L’obiettivo è essere il primo partito alle Europee del 2024 e vincere nei vari comuni italiani alle amministrative. Sul medio-lungo termine, invece, occorrerà battere la destra avversaria.
E a chi ha chiesto se per le prossime Primarie attenda una rivincita, Bonaccini ha risposto cristallino che l’unica rivincita è contro la destra. «Occorre una rivincita nel Paese, non nel partito: è questo il contributo che voglio dare». Il Pd deve tornare a essere protagonista e perno di una nuova coalizione che batta la destra, che al governo starebbe commettendo numerosi errori. «C’è assoluto bisogno di rilanciare il Pd, ora. Sono pronto a fare la mia parte, anche per dovere verso quei tanti elettori che hanno votato per me alle Primarie».
E se il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ieri ha paventato uno scivolamento a sinistra del partito, Bonaccini si è mostrato invece più cauto: «Come la stessa Schlein ha affermato ieri, vanno riconosciute e garantite tutte le culture politiche che hanno dato vita al Partito Democratico, da quella socialista a quella cattolica e liberaldemocratica. È questo il senso del Pd: mettere insieme culture riformiste e progressiste differenti».
La preoccupazione, semmai, è per il calo dei voti: alla sua nascita, il Pd ne raccolse quasi 12 milioni, mentre nel 2018 si dimezzarono a circa sei milioni, mentre adesso si arranca a raggiungere i cinque. «C’è molto su cui lavorare – ha ammesso – ma sono certo che possiamo davvero metterci in cammino tutti insieme. In un momento così critico per il Pd, avere oltre un milione di elettori alle Primarie è un dato molto emblematico e confortante».
In copertina: Stefano Bonaccini nell'intervista di oggi (fonte Giuseppe Nuzzi)