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Quando si parla di violenza fisica o sessuale si fa riferimento di frequente alla personalità del violento. Perché si comporti in modo aggressivo è argomento di discussione sociale, culturale e psicologica, ma di rado si assiste a campagne di sensibilizzazione che affrontino la situazione devastante legata all’uso di sostanze alteranti, droghe, farmaci, alcol. Un uso e abuso da parte dell’aggressore o delle donne che subiscono violenza che sta modificando radicalmente il volto umano della società.

È in questo contesto che si inserisce il progetto “Dipendenze e violenze di genere. Lontano dallo stereotipo per decostruire il pregiudizio”, realizzato da "Casa delle donne per non subire violenza" con il contributo del Dipartimento welfare e promozione del benessere di comunità.

Dal gruppo osservatorio della Casa delle donne emerge che nel periodo che va dal 1° novembre 2022 al 1 giugno 2023 si sono rivolte alla Casa 422 donne. In 110 casi, ossia il 25% del totale, c’era la presenza di una situazione di abuso di sostanze oltre al maltrattamento. Nello specifico di questo 25%, nell’85% dei casi sono solo gli uomini a fare uso di sostanze, nel 4% dei casi sono solo le donne e nell’11% entrambi.

Nel 50% dei casi i comportamenti violenti si aggravano quando l’autore è sotto l’effetto di alcol o sostanze e nel 21% dei casi è proprio la presenza del terzo incomodo (alcol o sostanze) che favorisce la discussione da cui poi ne scaturisce la violenza.

«Le donne che subiscono violenza e che sono esposte a traumi utilizzano spesso sostanze per alleviare il dolore – ha sottolineato la referente dati Casa delle donne Giulia Nanni – Il problema è che le sostanze vanno ad assopire i sintomi del dolore ma non lavorano sul malessere profondo che invece tende a rimanere nel tempo. Per questo motivo la Casa delle donne offre dei percorsi con operatrici e psicoterapeute esperte sullo stress post-traumatico».

Rispetto agli uomini, la quasi totalità dei casi aveva iniziato l’abuso di sostanze prima dell’inizio della relazione. Emerge quindi che l’abuso si svolge in contesti altri, per esempio nei bar, e poi gli stessi tornano a casa che non si reggono in piedi. Se si sposta il focus sulle donne sopravvissute alla violenza la tendenza si inverte, nel senso che l’abuso si colloca successivamente all’inizio della relazione violenta. Per il 23% di loro essere sotto effetto dell’alcol o di sostanze le espone a episodi di violenza dei partner soprattutto di natura sessuale. Alcune di loro cominciano ad assumere le sostanze per alleviare il dolore delle violenze subite. Per concludere, nel tema dell’abuso di sostanze da parte delle donne emerge la necessità di autocura. Aspetto che appare del tutto slegato nel campione maschile.

Ma di quali sostanze stiamo parlando nello specifico? «Senza dubbio l’alcol, essendo la sostanza legale e che è più facilmente reperibile. – ha spiegato la direttrice del SerDP – Ausl di Bologna Marialuisa Grech – Secondariamente abbiamo l’uso di cannabinoidi e in terza battuta l’uso di cocaina. Una delle vere differenze di genere nell’uso delle sostanze tra uomo e donna è che l’uomo spesso le utilizza perché è uno sperimentatore mentre la donna assume un po' per emulare il comportamento del compagno e un po' perché si accorge che la sostanza la aiuta ad avere maggiore sedazione della sofferenza».

Da ricordare come solamente il 5% delle donne che subiscono violenza denuncia poi l’accaduto. Tra le cause principali la paura di non essere credute e soprattutto la vergogna. «È un tema estremamente diffuso perché è culturalmente insito nelle donne che tendono a isolarsi e non parlarne con la famiglia o gli amici. – spiega la responsabile accoglienza Casa delle donne Laura Saracino – Inoltre quando le donne subiscono violenza sotto effetto di sostanze si vergognano doppiamente perché la narrazione è che se hai bevuto e subisci violenza te la sei andata a cercare. L’auto-colpevolizzazione parte da quello quindi occorre destrutturare totalmente questa forma di pensiero».

 

Nell'immagine da sinistra Donatella Casadio, Laura Saracino, Marialuisa Grech, Marco Falconieri e Giulia Nanni

Foto di Lorenzo Trisolini