Il dibattito

Il limite dei 30 km/h nel centro di Bologna è un passo avanti per la sicurezza oppure una sfida controversa? Il dibattito prende ritmo soprattutto dopo il primo risultato di una sperimentazione effettuata da Tper negli ultimi mesi. Ebbene stando a quanto riferisce la Filt-Cgil «si accumulerebbero mediamente tre-quattro minuti di ritardo a corsa».

Un ritardo che «ha un effetto trascinamento sulle corse successive – scrive il sindacato su Facebook – e che conferma l'esistenza di pesanti ricadute sul servizio e pertanto sui lavoratori che quel servizio lo svolgono tutti i giorni».

Dello stesso parere il capogruppo consiliare di FdI Stefano Cavedagna, che ha commentato la notizia con queste parole: «I risultati emersi dalla prima rilevazione dimostrano che città 30 causerà disagi alla viabilità cittadina. Non farà altro che rallentare il traffico aumentando l’inquinamento atmosferico. Tra l’altro rappresenta un danno non indifferente per gli autisti che saranno costretti a lavorare di più. L’unico dato di fatto è che la città rallenterà senza risolvere il tema della sicurezza stradale».

Chi invece è a favore dei 30 km/h nel centro urbano è il consigliere del Pd Claudio Mazzanti. «I tre-quattro minuti di ritardo rappresentano un dato statico e parziale, insomma non significativo rispetto all’organizzazione complessiva. Attualmente la velocità media di un bus nel centro urbano è di 15 km/h quindi non vedo come la limitazione possa influire sulla velocità media di circolazione. L’ambito urbano è un ambiente estremamente incasinato, ma bisogna seguire l'esempio di grandi città europee come Parigi, Bruxelles o Amsterdam che con città 30 hanno risolto gran parte dei loro problemi».

 

 

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