diritti umani

Una partita di calcio per promuovere la lotta alla violenza di genere. La partita della parità e del rispetto, organizzata oggi a Bologna al circolo sportivo Il Fossolo, ha portato in campo giornalisti, giornaliste e persone dal mondo dell’attivismo per promuovere un giornalismo senza stereotipi e discriminazioni.

Tra gli enti coinvolti nell’organizzazione del progetto l’Unione italiana sport per tutti (Uisp) e Amnesty International Italia, in collaborazione con Giulia Giornaliste, l’Ordine dei giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Nella sfida tra giornalisti Rai e attivisti sono scesi in campo anche Patrick Zaki, l’assessora allo sport Roberta Li Calzi, la calciatrice Alice Pignagnoli, le attrici Anna Favella e Daphne Scoccia e la campionessa di boxe Pamela Malvina Noutcho. L’evento è stato organizzato in collaborazione con gli studenti e le studentesse della scuola superiore Itc Manfredi-Tanari, ai quali Uisp ha regalato alcuni libri sulla parità di genere e la Carta dei diritti delle donne nello sport. Nel pomeriggio si è tenuto invece un corso sul linguaggio inclusivo nel giornalismo. 

«Crescendo, nessuno mi ha mai parlato della violenza contro le donne e le minoranze», considera Patrick Zaki, giocatore nella squadra degli attivisti. «Oggi abbiamo una nuova generazione, ed è una generazione molto intellettuale». Un evento come questo, aggiunge Zaki, è importante perché rappresenta un modo diverso di sensibilizzare gli studenti e le studentesse sul tema della violenza di genere, aprendo la possibilità di parlarne a loro volta con i loro coetanei.

«Siamo qui per ricordare che ogni momento è giusto per parlare di violenza sulle donne», commenta Tina Marinari di Amnesty Italia. «Una donna su venti in Italia ha subito uno stupro, e una donna su quindici ha subito una qualche forma di violenza sessuale. Sono numeri che raccontano tanto del lavoro che abbiamo da fare». Un lavoro, aggiunge Marinari, che non può essere fatto solo nelle aule istituzionali, ma deve essere fatto ogni giorno «a cena, durante un aperitivo, nelle uscite quotidiane. Per imparare a dire “no” a una battuta sessista, “no” quando qualcuno ci dice qualcosa che ci mette a tacere». E conclude: «Speriamo che il calcio possa essere oggi lo strumento giusto per raggiungere tutti e tutte».

 

Le due squadre prima del match, vinto 2-1 dai giornalisti. Foto di Chiara Scipiotti