Stati Uniti d'America
Se Donald Trump è l’agitatore delle masse, il nuovo speaker dei repubblicani alla Camera dei Rappresentanti, Mike Johnson, è la figura istituzionale capace, con il suo basso profilo e il suo comportamento tranquillo, di attuare le politiche più estreme e ultracristiane dell’ex Presidente, a cominciare da quelle contro l’aborto e i diritti degli omosessuali. Questo il parere di Tiziano Bonazzi, professore emerito di storia degli Stati Uniti d’America dell’Università di Bologna e ex allievo di Nicola Matteucci, il quale vede Johnson come «il volto rassicurante del trumpismo».
Quella di Mike Johnson è una figura politica di primo piano nel partito repubblicano odierno che negli anni Ottanta, a partire dalla riscoperta di un immenso bacino elettorale noto come destra cristiana o nazionalismo cristiano negli Stati delle pianure e in quelli del Sud, ha intrapreso un percorso di progressiva estremizzazione che lo ha sempre di più allontanato da una forma moderata di conservatorismo. «Fu grazie all'ingresso di quel tipo di destra - afferma il professore - che i cosiddetti "evangelici" divennero parte integrante del partito, portando al suo interno tutti i loro estremismi e le loro intolleranze nei confronti di ogni diversità».
«Un politico come John McCain oggi non avrebbe posto nel partito repubblicano – sottolinea Bonazzi – perché ormai non è più quello che era il partito di Eisenhower, cioè una forza politica conservatrice ma tollerante». Diversamente, se si considera quanto è essenziale il legame tra politica e religione nella storia degli Stati Uniti, il partito repubblicano odierno è diventato l’ambiente perfetto per l’espressione politica di questa “destra cristiana” statunitense, della quale un degno esponente è proprio Mike Johnson.
Originario della Louisiana, 51 anni, «Johnson è il numero 3 nella discendenza alla Casa Bianca, nel caso di dipartita del presidente e del vicepresidente. – aggiunge Bonazzi – L’appartenenza alla destra cristiana emerge anche da quanto ha dichiarato il giorno della sua elezione, cioè che “è stato Dio a volerlo nuovo speaker della Camera”. Il suo è un ruolo politico molto importante e la sua capacità di influire sulle scelte dell’attuale amministrazione è ben visibile già sul piano della politica internazionale, come si può dedurre dalla sua decisione di bloccare gli aiuti americani all’Ucraina e a Taiwan, mantenendo solamente quelli a Israele».
Non è possibile prevedere come si evolverà il percorso politico di Johnson all'interno del partito, ma è più che probabile che diventerà un punto di riferimento costante per le politiche care ai sostenitori di Trump, il quale, nonostante il gruppo dei suoi avversari abbia speso ogni risorsa e energia, a cominciare da alcune decine di milioni di dollari, per spostare anche di un minimo la scelta di voto degli elettori, rimane in testa. Almeno, questo è quello che dicono i sondaggi.
A proposito di quelli che potranno essere i futuri scenari delle presidenziali Usa 2024, il professor Bonazzi è convinto che, se non cambiano le cose, Trump «vincerà a man bassa le Primarie repubblicane», mentre non è affatto sicuro di un ritorno dell’ex Presidente alla Casa Bianca. Ci si può aspettare ogni genere di sorpresa da adesso alla fine delle elezioni.
In ogni caso, a prescindere da ciò che potrebbe succedere, rimangono le immagini di un Paese spaccato in due e di un partito repubblicano che ormai ha definitivamente perso la sua anima moderata.
Nell'immagine, Tiziano Bonazzi. Foto di Eugenio Alzetta