Due Torri

Garisenda

La Garisenda oscilla in modo anomalo, esattamente come i rapporti tra le forze politiche in Consiglio comunale, si potrebbe dire. La condizione di uno dei principali simboli della città ha scatenato polemiche tra maggioranza e opposizione in merito alla reale situazione della Torre e sulle motivazioni che hanno spinto il sindaco Lepore a interdire al traffico via San vitale e piazza Ravegnana.

«Ho chiesto al sindaco – riferisce il capogruppo FdI Stefano Cavedagna – di darci i dati sulla Garisenda raccolti dai tecnici, ma a oggi non ci sono stati forniti. Perciò abbiamo chiesto un consiglio comunale straordinario dove si parli esclusivamente del tema della crisi e che il sindaco venga e porti in aula tutte le carte».

La “non comunicazione” denunciata da Cavedagna non trova d’accordo Michele Campaniello, presidente del gruppo consiliare Pd a Bologna. «Non è vero. Ci sono diverse delibere approvate dal consiglio comunale sul tema. Il collega ha presentato, dice lui, delle richieste alle quali sostiene di non aver ricevuto risposta. In realtà ha strumentalizzato una risposta che, tra l’altro, gli è stata data in aula dall’assessore competente e che non ha ritenuto soddisfacente».

Le frizioni principali riguardano l’operato del sindaco Lepore. Quest’ultimo ha deciso di interdire il passaggio e di recintare la torre in attesa del parere motivato del comitato tecnico-scientifico.

«Il sindaco afferma di non avere ancora documenti sullo stato della torre, ma sta già facendo qualcosa senza indicazioni», prosegue Cavedagna. Una confusione che per il meloniano potrebbe spiegarsi in questi termini: «Per come si è svolta la comunicazione sembra ci sia stato qualcuno che ha lanciato l’allarme e ci sia un evidente imbarazzo da parte del sindaco che non sta seguendo la situazione adeguatamente, o meglio, non l’ha seguita adeguatamente fino a oggi».

Il primo cittadino ha finora fatto genericamente riferimento al basamento in selenite quale causa delle anomalie, per via della natura friabile e solubile di questo materiale unita al terreno alluvionale sottostante, parimenti poco adatto a sostenere tali carichi.

Spiegazione ripresa anche dal capogruppo Pd Campaniello, che prosegue: «Nel momento in cui viene sottoposto dalla sottosegretaria alla cultura (Lucia Borgonzoni, ndr) e dalla soprintendenza ai beni pubblici un tema di tutela di un monumento perché ci sono state delle anomalie, noi come giunta dobbiamo farci garanti dell’integrità del bene stesso. Per consentire l’effettuazione delle rilevazioni tecnico-scientifiche e a presidio della sicurezza dei cittadini abbiamo recintato la zona». Campaniello rispedisce così alle opposizioni l’origine dell’allarmismo intorno alla torre. «Sono stati gli stessi interlocutori iniziali, quale ad esempio la sottosegretaria Borgonzoni, ad aver fatto prima una dichiarazione che paventava un rischio crollo della torre, a cui ha fatto poi seguire una seconda dichiarazione di tutt’altro tono, dicendo che sì, c’è un rischio, ma non di crollo della struttura».

Sembra nuovamente che nel fluido marasma del dibattito politico sia l’incontrovertibilità del dato scientifico l’unico elemento in grado di chiarificare la reale situazione della Garisenda e di tranquillizzare l’inquieto animo dei bolognesi sul futuro di un pezzo della loro storia.

 

Nell'immagine: la torre Garisenda da via Zamboni. Foto di: Tommaso Corleoni.