Quindici
Ai nastri di partenza aspettando lo sparo dello starter o in posizione prona sullo skeleton. Per Giovanni Marchetti non c’è molta differenza: la velocità ce l’ha nel Dna. E vuole sfruttare questa vocazione per togliersi delle soddisfazioni a livello sportivo. Il suo obiettivo è, infatti, quello di partecipare alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026 nello skeleton, una sorta di slittino a pancia in giù, la cui nascita avvenne nella cittadina svizzera di St. Moritz alla fine dell’Ottocento. La sua prima passione, però, è stata un’altra: l’atletica leggera. Ha gareggiato nei 110 metri a ostacoli fin dalla giovanissima età, ovvero dai sette anni fino ai 23, di cui gli ultimi quattro ad alto livello. Per poter competere in palcoscenici importanti sullo slittino, invece, questo ragazzo bolognese di 25 anni, il 31 luglio di quest’anno, è dovuto entrare nel gruppo sportivo dell’esercito: «Ho iniziato ad appassionarmi allo skeleton nel 2019 su consiglio di un amico e, grazie ai risultati conseguiti l’anno passato, sono riuscito a vincere il bando indetto dalle forze armate per allenarmi per questo sport secondo canoni professionistici - racconta l’atleta - Non ci ero riuscito in precedenza con i 110 a ostacoli, i quali, tuttavia, hanno forgiato in me lo spirito competitivo. Ringrazio l’Esercito per l’opportunità che mi ha dato».
I genitori hanno contribuito enormemente alla sua crescita sportiva e non: «Sono stati fondamentali, sostenendomi appieno anche economicamente, in particolar modo nel periodo in cui ho fatto atletica leggera e in cui mi sono trasferito al centro di preparazione olimpica di Formia per allenarmi con un gruppo di livello mondiale. L’investimento è andato a buon fine visto il recente arruolamento».
L’ex ostacolista racconta come le vittorie nei 100 metri e nella 4X100 (rispettivamente di Marcel Jacobs e della staffetta) alle Olimpiadi di Tokyo del 2021 abbiano significato tantissimo per lui e per il movimento italiano: «Da spettatore ho vissuto un’emozione indescrivibile. Questi risultati hanno dato molto slancio all’atletica perché anche gli sport meno considerati possono ritagliarsi un ruolo importante nel panorama italiano. Senza dimenticare il 9.99 di Tortu a Madrid del 2018 che ha posto le basi per la genesi di un gruppo le cui performances sono straordinarie». I 110 a ostacoli sono stati il trampolino di lancio della sua carriera. La prima volta in cui ci fu il coup de foudre con questa specialità è ancora vivido nella sua mente: «Gareggiai con delle scarpe malconce e un jeans in pessime condizioni, ma andai comunque benino. Da quel momento me ne innamorai». Nella costruzione della passione per questa disciplina, il 25enne è passato dall’ispirazione per una figura di riferimento come Paolo Dal Molin: «È il detentore del primato in Italia e colui che mi ha chiamato a Formia. Anche Merritt (recordman a livello mondiale con 12,80 secondi) è un atleta chiave a cui guardo».
Nel 2019 la svolta rappresentata dallo skeleton, con il quale ha da subito instaurato un forte legame, ma la cui pratica comporta rischi non indifferenti: «L’innamoramento si è palesato quando ho iniziato a toccare con mano questa specialità. L’adrenalina dalla velocità che si raggiunge sullo slittino è stato uno dei fattori che mi ha fatto appassionare in maniera forte. Certo che il pericolo di essere coinvolto in un incidente è reale». Sulla scelta tra i suoi due amori sportivi, «preferisco le discese sul ghiaccio per i picchi raggiunti (130 km orari) e per il brivido che ne scaturisce», dice. L’atleta, elencando i suoi hobby, mette sempre la velocità al centro: «Quando ho tempo mi piace girare in moto o lanciarmi col paracadute. Ricerco l’adrenalina in tutte le sue sfaccettature». Coniugare la vita privata e quella da professionista non è per niente facile. «L’esistenza dello sportivo richiede tanti sacrifici. Bisogna allenarsi tutto l’anno, quindi evito vacanze lunghe e troppo lontane dai luoghi in cui mi alleno. Alla sfera intima tengo tantissimo e cerco di curarla il più possibile». Uno dei risultati più importanti della sua carriera sul ghiaccio è il terzo posto ai campionati italiani del 2021. L’obiettivo di Marchetti rimane la partecipazione alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Solo un atleta azzurro ha trionfato nella storia di questa competizione: Nino Bibbia a St. Moritz nel 1948. Chissà che lo skeletonista bolognese non riesca a raggiungere il villaggio dei cinque cerchi ed eguagliare questo primato.
Giovanni Marchetti in pista sullo skeleton. Foto concessa dall'intervistato.
Questo articolo è stato pubblicato nel numero 9 del "Quindici", supplemento bisettimanale di InCronaca, il 19 ottobre