Gaza

Domani il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sarà in Israele dal premier Benjamin Netanyahu. E secondo il segretario di Stato americano Blinken, i due presidenti «svilupperanno un piano d'aiuti umanitari per Gaza». Cibo e acqua scarseggiano. Probabilmente saranno sufficienti per quattro o cinque giorni. Mancano anche carburante ed elettricità; gli ospedali sono al collasso e le persone ospitate superano i posti a disposizione. Questa è la situazione che verrà discussa. E cercheranno di trovare modi per aprire corridoi umanitari che conducano i civili fuori dal Paese. Finora più di un milione di civili sono stati evacuati dal governo di Israele dai territori del nord della Striscia per i bombardamenti che dal 7 ottobre colpiscono Gaza e le aree vicine. Ma sono le modalità a far discutere. Da Ginevra, la portavoce dell'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Ravina Shamdasani, ha dichiarato che «sembra che non vi sia stato alcun tentativo da parte di Israele di garantire un rifugio adeguato e condizioni soddisfacenti di igiene, salute, sicurezza e nutrizione agli 1,1 milioni di civili a cui è stato ordinato di trasferirsi - e ha aggiunto - le spaventose notizie secondo cui i civili che tentavano di trasferirsi nel sud di Gaza sono stati colpiti e uccisi da armi esplosive devono essere oggetto di indagini indipendenti e approfondite, così come tutte le accuse di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale».  Per questo l’ordine di evacuare la popolazione del nord della Striscia di Gaza dato da Israele potrebbe configurare un crimine internazionale di «trasferimento forzato illegale di civili». Con un linguaggio differente anche Russia e Brasile ieri, al Consiglio di sicurezza Onu, hanno presentato due risoluzioni per svuotare i territori a rischio e mettere in salvo i cittadini, ma anche per evitare l’escalation militare. L’unico valico che potrebbe essere aperto per l’evacuazione sarebbe attraverso la città di Rafah, in Egitto. Secondo l'Ansa, i funzionari hanno completato tutti i preparativi per l'apertura, ma finora nessun aiuto umanitario è entrato dall'Egitto verso Gaza e nessun cittadino straniero o palestinese con doppia nazionalità è passato nel deserto del Sinai.

Nel frattempo continua il lancio di razzi da Gaza verso Israele e viceversa. Almeno 54 persone sarebbero rimaste uccise e altre decine ferite negli ultimi raid aerei israeliani nel sud di Gaza, secondo fonti palestinesi citate dall'emittente qatarina "Al Jazeera". Almeno 28 delle persone uccise proverrebbero dal campo di Al Shawt a Rafah.

 

Nell'immagine: una strada di Rafah. Foto Ansa.