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Era il 2 luglio ma nell’aria si sente ancora l’eco della vittoria di Francesca Terzi, atleta bolognese della Virtus tennis che insieme alle compagne, Stefania Rubini, Camilla Abbate, Sveva Azzurra e Clara Marzocchi ha vinto la finale playoff contro il CT Trento passando dalla serie C alla B2. Una vittoria attesa riconosce ora Francesca. «Era una gara di ritorno. Quella di andata era stata il 25 giugno a Trento in cui avevamo vinto 3-0. Sapevamo che per passare in serie B2 sarebbe bastato vincere una partita e così è stato. Io ho vinto un singolo. Che soddisfazione!».

Ma chi è Francesca Terzi? E com’è diventata campionessa regionale under-16? 

«Una ragazza testarda e un’atleta competitiva – così si descrive - nel tennis come nella vita. È stato amore a prima vista. Avevo cinque anni e dopo aver partecipato da spettatrice ad alcuni match di mia sorella Federica, più grande di sei anni, ho deciso che avrei giocato anche io. Allora un giorno, mentre ero alla Virtus Tennis Bologna, sono entrata in quel campo - dice guardando verso un’area dalla terra rossa tagliata da una rete divisoria - e mi sono attaccata al cancellino: volevo entrare anche io. I miei genitori, così come i miei nonni, erano soci del circolo e vedendomi così determinata mi hanno permesso di allenarmi. Ho iniziato in Virtus e sono rimasta qui», dice con decisione. Francesca mentre parla appare subito come una persona risoluta. Quando glielo si fa notare ammette di esserlo e attribuisce il suo approccio a questa disciplina. «Seria, responsabile e capace di gestire la pressione. Da anni mi divido tra tennis, a livello agonistico, e scuola. Ora sono al liceo, al secondo anno del Minghetti (classico, ndr), il carico di studio è consistente, le prove sono frequenti e devo organizzare gli allenamenti da un’ora e mezza per cinque volte alla settimana. Ho dovuto imparare a gestire gli impegni senza farmi travolgere dall’ansia. Prima mi alleno, poi studio». Poi aggiunge «Però non sono noiosa (e ride, ndr). Sono matura e negli anni ho imparato ad avere pazienza. Il tennis è un gioco di errori e solo sbagliando si migliora. Raggiungere questa consapevolezza, mi ha aiutata a crescere nel gioco e i miei numeri, in classifica, sono passati da 2.8 a inizio anno a quasi 2.5. Sono progressi». Ma anche le sconfitte hanno forgiato la sua personalità. Ricorda una partita del 2021, durata tre ore. «Avrei potuto chiudere il match presto, ma non l'ho fatto. Ho perso. Volevo continuare ed è andata male. È stato un colpo forte. Mi sono ripresa e sono tornata molto più forte. Questi sono i risultati (dice riferendosi al successo dello scorso luglio, ndr)». In questi casi è necessario trovare uno stimolo per ripartire e il suo sarebbe quello di prendere una borsa di studio con il tennis e partire per gli Stati uniti. «Questo mi motiva». Ma prima ci sono altri step sa superare, il più vicino è il torneo Open di Este a ottobre.

 

 

 Foto di Alessia Sironi, nell'immagine Francesca Terzi e il suo maestro Daniele Mirandola