Elon Musk

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L’uomo solo al comando. Elon Musk – più di qualsiasi altro magnate pop – vive tronfio il potere che ha e niente, nemmeno le implicazioni della guerra russa in Ucraina, ne fermano le comunicazioni.

L’ultimo azzardo è la scelta maturata nei mesi scorsi e finalizzata mercoledì 4 ottobre. Eliminare dai link esterni a X l’indicazione del titolo, lasciando l’immagine, leggermente modificata, e l’indicazione del dominio del sito in piccolo a sinistra. Una decisione motivata dalla volontà di “ridurre il clickbait”, di fatto un tentativo di rendere X autosufficiente, complicando e concretamente sfavorendo link a pagine esterne, mantenendo l’utente – che i dati del 2023 calcolano in più di mezzo miliardo – all’interno della piattaforma.

La modifica, per ora visualizzabile solo da desktop e dai sistemi iOs, solleva questioni di trasparenza. Non solo del titolo, ma del contesto dell’immagine, non si ha più notizia. E alle testate spetta il dovere di intervenire, cercando soluzioni che diano all’user un quadro d’insieme sufficiente, senza dover scadere nel trabocchetto dell’immagine più audace o sfrontata. «La soluzione che abbiamo introdotto – spiega Sara Bertuccioli, responsabile social del gruppo GEDI – è quella di indicare il titolo al posto del copy (il testo del tweet). Le immagini rimarranno quelle dell’articolo, perché su X rimane automatizzato il contenuto immagini del pezzo e non cambieremo certo impostazione perché a Musk non piace vedere i titoli».

L’aspetto estetico, infatti, rimane un cruccio più volte ribadito dalla proprietà, un ordine che però pare tendere alla creazione di una soluzione asettica, di spersonalizzazione delle pagine e delle testate. Ma i rischi di questa soluzione, che colpiscono prima di tutto i siti d’informazione, non esentano l’utente medio, che al contrario continua a coesistere già all’interno di una voragine informativa di fake news e che del contesto parrebbe avere un salvifico bisogno. «Come testate siamo ormai abituati ai cambiamenti e ci adegueremo. Quello che preoccupa – continua Bertuccioli – è l’implicazione che può generare nel lettore. Non della visione di un link, ma di una sola immagine. Perché in questo modo viene meno l’idea di fare click, non è così intuitivo per tutti. Inoltre – avverte Bertuccioli – dall’immagine l’user può essere condizionato a cliccare su account di disinformazione o link di truffe. L’indicazione del dominio, in piccolo a sinistra, non può essere di certo un indicatore esaustivo, o facilmente visibile, nell’ordinaria pratica di scrolling. Per il momento, ma parliamo dei primi giorni di questa “rivoluzione”, gli unici link esterni che sembrerebbero sopravvivere alla precedente versione di X sono le pubblicità a pagamento, delle quali rimane ancora visibile il titolo in anteprima.

 

 

Nell'immagine Elon Musk, proprietario di X dal 2022

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