FITP
Il tennis resiste al boom del padel. Sono 2.003 i tesserati iscritti alla Fitp nel 2023 a Bologna, mentre i padelisti sono 495. I maestri spiegano che il tennis non è in crisi, ma ha semplicemente un target diverso: i giovani lo prediligono. Sono le persone d’età compresa tra i 50 e i 60 anni che scelgono sempre più il padel, perché è meno difficile e richiede meno preparazione atletica. Ed è tra i ragazzi che la Federazione punta a trovare nuovi talenti. E lo fa sfruttando la visibilità data dalla Coppa Davis a Bologna.
Nelle stesse date infatti ha allestito campi da tennis in giro per la città così da avvicinare le persone a questa disciplina. «Vorremmo che da Bologna uscisse un campioncino», afferma Antonella Serra Zanetti, la fiduciaria della Federazione per Bologna. «Per questo abbiamo permesso l’accesso gratuito ad alcune date della Davis, per gli studenti, e a un prezzo simbolico di un euro, per gli allievi dei circoli. Così che potessero andare alle partite. Sono stati allestiti anche campi da tennis in giro per la città dove bambini e genitori hanno potuto cimentarsi con la racchetta. Vorremmo che arrivasse il messaggio che il tennis non è qualcosa di esclusivo», conclude Zanetti. Davanti all’Unipol e in piazza Maggiore tra il 12 al 17 settembre, infatti, molte persone si sono messe in gioco. Solo davanti a San Petronio si sono contate 500 persone al giorno secondo Cristian Vico, tecnico della federazione della regione Veneto che, per cinque giorni, ha presidiato l’area. Anche a Casalecchio di Reno, prima e dopo le partite, ci sono stati buoni risultati. Così come ai Giardini Margherita (per la giornata sportiva di Bologna). Rispetto, eleganza, ma non elitarismo. Questo è il messaggio.
Ma l’allenamento richiede un impegno economico consistente. Alessandro Di Cosimo, 50 anni, lo conferma: «Lo pratico dall’età di 20 anni. Il tennis è bello però è oneroso». E mentre guarda il figlio giocare nel campo allestito domenica ai Giardini continua: «Giocai per la prima volta con mio padre e negli anni ho continuato. Forse lo farà anche lui (dice guardando il bambino, ndr.). Siamo usciti per andare sugli elastici ma appena ha visto la pallina e le racchette ed è entrato in campo. Questa giornata è un’occasione: può giocare con i maestri. Mi piacerebbe che lo praticasse e che fosse più accessibile», dice dispiaciuto.
«Ho esperienza, so che in media un’ora di lezione costa 40 euro. Due volte la settimana sono 80 e tre sono 300. In un anno sono 4.000 euro. Per una persona. Poi bisogna considerare il tesseramento e l’attrezzatura. La racchetta per un bambino, in media, costa 20 euro. E gli adulti per una racchetta di qualità ne spendono 200. L’abbigliamento dipende dal brand». Ed è questo il tasto dolente: costa. Ma Serra Zanetti, ex tennista e maestra al Circolo tennis Bologna, precisa: «Il tennis non costa più di altri sport. Negli anni la spesa per giocare non è variata, ma è cresciuta quella di altre discipline. È accessibile, soprattutto per il livello principianti. Se una persona si allena tre o quattro volte alla settimana in un anno spende (da noi, ndr.) 2.500 euro. Per l’agonismo le cifre raddoppiano. E dagli anni del Covid in poi abbiamo riscontrato un aumento di iscritti ai nostri corsi». Dato confermato dalla Fitp, che a Bologna tra il 2019, pre-pandemia, e il 2023 ha riscontrato un aumento del 12,1% di iscritti ai corsi di tennis. Non ci sono dati della Fitp aggiornati e relativi a Bologna, ma «nonostante il boom del padel – dice il delegato della federazione per Bologna Giampiero Lolli – sono di più gli iscritti ai corsi di tennis.
Questo in valore assoluto, poi bisogna considerare il fatto che sono praticati da persone con abilità fisiche diverse». E Daniele Mirandola, maestro alla Virtus tennis conferma: «Alleno tennisti e ho provato il padel. Da quello che vedo il padel va tra gli adulti in una fascia di età tra i 50 e i 60 anni e comunque tra persone che hanno una preparazione fisica diversa da quella richiesta dal tennis, giocano persone poco allenate.
Il campo è più piccolo (circa 10 metri in larghezza e 20 in lunghezza, contro quello da tennis lungo 23,77 m e largo 8,23 m per il singolo e 10,97 m per il doppio); si gioca con racchette e palline più lente: perché hanno una pressione interna più bassa più quindi gli scambi sono più lunghi e il rimbalzo è più morbido. È meno difficile del tennis. E poi ha un elemento sociale molto aggregante, perché a padel si gioca in quattro». Accanto la sua allieva, Francesca Terzi, neocampionessa regionale under-16 che gareggerà in serie B2 per la Virtus tennis, interviene: «Va molto, ma chi alla mia età (16 anni, ndr) gioca a tennis non lo abbandona per il padel, ma fa altro». Poi Mirandola prosegue: «È vero che il padel sta attirando un nuovo target ed è per questo che i circoli si stanno attrezzando. Anche la Virtus ha due campi. Questo perché sono state viste delle potenzialità, ma non va a discapito del tennis».
Un campo da tennis allestito ai Giardini Margherita. Foto Ansa