Inclusione
L’offerta di diete speciali nelle scuole del bolognese si amplia con la sperimentazione di un nuovo menù halal. Con il termine halal (“lecito” in arabo) si fa riferimento a una specifica modalità di macellazione della carne in uso nel mondo musulmano che rispetta quanto indicato nel Corano.
A partire dal due ottobre, sarà il centro pasti Fossolo, che rifornisce 72 scuole nei quartieri Savena, San Donato e Santo Stefano a iniziare sperimentazione, che tra l'altro non comporta spese aggiuntive da parte del Comune grazie agli accordi che l’amministrazione ha preso con i centri pasto convenzionati. Seguirà un monitoraggio dell’amministrazione cittadina per osservare il gradimento e gli eventuali problemi derivati dalla nuova filiera di produzione pasti e da gennaio 2024 anche il centro pasti Lazzaretto dovrebbe cominciare la fornitura di carni halal.
L’offerta prevederà la possibilità per gli studenti che ne faranno richiesta di poter consumare una volta a settimana un fuso di pollo ottenuto mediante questa speciale macellazione. Su tale punto Bruno Marasco, direttore del settore Usl che si occupa di Igiene degli alimenti di origine animale, ha tranquillizzato tanto sulla sicurezza della carne dal punto di vista sanitario quanto dal punto di vista dei dettami religiosi.
«Quello delle diete speciali è un richiesta sempre più diffusa nel mondo scolastico», ha ricordato Claudia Serafini, responsabile controllo processi di produzione area istruzione. «Basta pensare che sui circa quattromila alunni iscritti a diete speciali, solo 800 richiedono pasti speciali per motivi medici; i restanti 3.200 hanno peculiarità culturali o religiose che restringono il campo degli alimenti consentiti. E di questi ultimi più della metà hanno divieti sul consumo della carne, suina in particolare».
A dare il senso politico dell’iniziativa è l’assessore alla scuola Daniele Ara. «Il tessuto sociale bolognese è vivace e in continua evoluzione. Viviamo in una comunità multiculturale e multireligiosa e l’opera del Comune, a partire dall’ambiente scolastico, è quella di favorire il dialogo interreligioso e il rispetto tra le culture. Il pasto è un fondamentale momento di crescita, di educazione a vivere insieme, di intreccio tra differenze che non creano però divisioni. La nuova dieta scolastica risponde a due aspetti dell’inclusione che stanno a cuore all’amministrazione, quello alimentare, con la funzione del cibo quale ponte tra le culture, e quella piena e totale ai diritti e doveri del cittadino, che la nostra giunta porta avanti attraverso la campagna “Bolognesi. Dal primo giorno” per una legge sullo Ius Soli».
Plaude alla sperimentazione Yassine Lafram, capo della comunità islamica sotto le Due Torri. La comunità musulmana ha attivamente contribuito a segnalare la situazione di disparità che molti ragazzi vivevano nelle scuole all’orario dei pasti. «La giunta ha fatto un passo coraggioso, un atto di civiltà. La scuola è il laboratorio della società del futuro, se costruiamo una scuola che fa della libertà di scelta e del pluralismo il suo cardine, allora avremo una comunità sempre più coesa e aperta», ha concluso Lafram.
Nell'immagine: istituto professionale Aldrovandi Rubbiani. Foto: Ansa.