Sinistra
«Ho votato Elly Schlein perché rappresentava e rappresenta tuttora l’unica possibilità di cambiamento per il Pd», dice Vasco Errani, 67 anni, ex presidente della Regione Emilia-Romagna e un politico che per diversi anni è stato un punto di riferimento per la Sinistra locale e nazionale, prima nel Pci, poi nel Pds, nei Ds, nel Pd e infine in Articolo 1. Se, come sostiene Errani, «il Pd ha da molti anni la necessità di rinnovarsi», «Elly ha tutte le capacità e le qualità che servono per dare inizio a una nuova fase». Non dovrà più esistere un partito multiforme con problemi di definizione e identità; bensì una forza politica dichiaratamente di sinistra «che finalmente parli di temi di sinistra e che sia capace di rappresentare gli ultimi», soprattutto «chi non ce la fa da solo». Tuttavia, e questo è solo uno dei tanti problemi che la neosegretaria Pd deve affrontare, il partito è diviso. Non tutti concordano con questo percorso, a cominciare da chi, specialmente tra gli iscritti, sperava nella vittoria di Bonaccini. Errani è ben consapevole di queste difficoltà ma si tratta «della natura delle cose»: «è normale che ci siano queste divisioni, l’importante però è che Schlein lavori sui contenuti e, per come la vedo io, lo sta già facendo». La nuova fase politica inaugurata da Schlein deve quindi partire dai contenuti. Il più importante è sicuramente la “questione sociale”. «La Sinistra – afferma Errani - deve occuparsi dei diritti dei lavoratori, del salario minimo, della sanità e della scuola pubbliche». Un’altra battaglia che il partito democratico deve combattere con determinazione è quella per l’ambiente che, secondo l’ex presidente della Regione, «è forse il tema più importante, dal quale dipendono tutti gli altri e, mentre la Destra fa di tutto per trascurarlo, è dovere della sinistra portarlo al centro del dibattito politico e renderlo una priorità».
Lo stesso ragionamento viene espresso anche da Pier Luigi Bersani, 71 anni, il quale, come Errani, vanta una lunga storia politica di sinistra, anche lui già Pci-Pds-Ds e infine Pd di cui è stato il capo della “ditta” per tre anni e mezzo, per poi abbandonare i Dem nel 2017 perché, spiegò, «con Renzi stavamo andando a sbattere contro un muro». Anche Bersani ha partecipato alle primarie Pd di quest’anno, votando con convinzione nei gazebo Elly Schlein, ritenendola «pur con i molti rischi che sarebbero derivati, l’unico elemento di novità». Come afferma Bersani «l’incredibile vittoria alle primarie di Schlein è la prova più evidente di quanto sia necessario un cambiamento, visto che il ribaltone nei gazebo ha dimostrato che prima il Pd non si rendeva conto di chi c’era fuori dalla porta di casa». È arrivato quindi il momento di accogliere chi, provenendo da altre realtà, vuole credere in questa nuova fase. Lo stesso Bersani non esclude la possibilità di rientrare nel Pd, «una volta che il partito avrà deciso di mutare volto e programma in modo netto». L’ex segretario Pd, inoltre, nell’intervista rilasciata a Quindici, scommette che grazie a Elly Schlein il Pd può cambiare radicalmente, ma perché ciò accada è fondamentale seguire un duplice percorso: da un lato «accendere i riflettori su temi visti come marginali che però sono i più importanti, cioè transizione ecologica e diseguaglianza, legandoli al mondo del lavoro e dell’impresa»; dall’altro «rilanciare l’allargamento e aprire una discussione politica interna». Il mondo del lavoro è «ormai frantumato, stravolto da una precarietà e da una disoccupazione sempre più allarmanti» e occorre che il partito democratico costruisca un’alternativa credibile alla «Destra-destra» che sta governando adesso. Se questa Destra-destra fa di tutto per accentuare le diseguaglianze politiche, economiche e sociali, è dovere della Sinistra intervenire con delle proposte, cercando di mettere in atto «quello che è garantito dalla Costituzione», che per sua natura è «antifascista, democratica e egualitaria». Un valido inizio di questo percorso di rinnovamento della Sinistra, che Bersani ritiene «lungo, difficile, ma non impossibile», sarebbe costituito proprio dall’avvio e dallo sviluppo di un dibattito interno, capace di dare a tutti la possibilità di far sentire la propria voce e di far circolare le idee. Su questo punto, l’ex segretario Pd non ha dubbi: «la discussione politica interna, diversamente da come molti credono, non è la causa delle scissioni, bensì ne è la cura».
Insomma, secondo Bersani e Errani, le intenzioni sono percepibili. Ora però devono parlare i fatti.
Questo pezzo è già stato pubblicato nel numero 5 del Quindici, il bisettimanale di InCronaca, del 20 aprile 2023.
Nell'immagine, Bersani e Errani - Foto di Chiara Geloni