opposizione
Troppi progetti astratti e nessun accenno al miglioramento della convivenza civile. Questa l’opinione di Matteo Di Benedetto, 31 anni, capogruppo della Lega in consiglio comunale. Nell’intervista, la redazione di InCronaca ha chiesto il punto di vista dell’opposizione riguardo al futuro della vita notturna bolognese.
Ieri la presentazione del Piano notte di Clancy. Qual è l’opinione dell’opposizione?
«Partiamo dal presupposto che secondo me è positivo, o meglio, non è negativo in sé il fatto che ci sia un interesse per il mondo della notte. Il problema è che fino a ora non sono state prese misure effettive in termini di sicurezza, se non quella della linea notturna dei trasporti, proposta inizialmente da noi. Inoltre, non sono stati coinvolti gli attori della vita notturna, in primis gli imprenditori, che potrebbero anche proporre idee ma non vengono presi in considerazione. L’amministrazione sta cercando di imporre una linea».
Imporre una linea in che senso?
«Andare a imbrigliare il mondo della notte, dettando una linea culturale, rischia di essere limitante per il potenziale positivo della vita notturna ed è un concetto molto lontano dal pluralismo e dalla libertà di espressione. Andrebbe invece regolata la convivenza civile, unico tema che Clancy e l'amministrazione non vanno a toccare, ed è proprio quello che lamentano i residenti».
E della cosiddetta “movida diffusa” che ne pensa?
«Credo che tentare di forzare una dinamica di deflusso dal centro si rivelerà un tentativo fallimentare, anzi, con molte probabilità si avrà un risultato opposto. Certe dinamiche devono nascere spontaneamente, non possono essere imposte. Inoltre, l'amministrazione deve proporre iniziative invitanti, non un semplice chiosco e della musica. Nessuno si sposterebbe per questo».
Nell'immediato quali decisioni si potrebbero prendere?
«Innanzitutto, contrastare lo sporco e il cattivo odore delle strade, prendendo spunto dalla misura positiva della capa di gabinetto Matilde Madrid su Piazza San Francesco, che ha spostato il giorno di pulizia delle strade subito dopo il fine settimana. È una misura intelligente e che non cambia nulla alle casse del Comune, e crea un ambiente che appartiene a tutti e non solo ad alcune realtà o a certe parti della giornata. Poi sarebbe doveroso aumentare sinergie nei controlli e nelle sanzioni, per evitare situazioni di illegalità e di conflitto».
Un'altra lamentela dei comitati di quartiere è quella del rumore fino a tarda notte.
«Torniamo al discorso che facevo prima. Il bisogno di uscire dei ragazzi è fisiologico, se non hanno però l'offerta di uno spazio proporzionata alla domanda, si sviluppano situazioni come quelle che lamentano i residenti. Se non ci sono locali in centro che mettono musica, i ragazzi creano la loro alternativa fuori dai bar, nelle piazze e sotto le case dei residenti».
E come creare offerte adeguate ai bisogni dei giovani?
«Per prima cosa tornando a favorire chi vuole investire nel mondo della notte, che ora invece risulta un'iniziativa rischiosissima per gli innumerevoli controlli, per la difficoltà a ottenere licenze e le sanzioni molto salate per problemi minimi. In questo modo si disincentivano gli investimenti dei privati, e quindi potenziali iniziative valide».
Nell'immagine Matteo Di Benedetto, che ha concesso la foto