8 marzo
«Manca ancora tanto, troppo per raggiungere l’effettiva parità tra uomo e donna, sotto l’aspetto dei diritti di ogni tipo». Così Marilyn Michelle Antolini, 1998, calciatrice del Bologna Women FC, che racconta la sua passione per lo sport.
A che età inizi a giocare e qual è stata la sua prima squadra?
«Ho iniziato a giocare all'età di 5 anni in una squadra di calcetto che si chiama Bologna Football Five».
Quali sono le sue tappe della sua carriera fino ad oggi.
«Ho giocato con i maschi fino ai 12 anni nel Boca-Pegaso. Lì ho imparato molto, poi sono passata nel Bologna Women FC fino al 2018. Nel 2019/2020 sono andata a Riccione per un anno e poi la stagione successiva è arrivata la chiamata dell'Orobica in serie B e dall'anno scorso sono tornata nuovamente al Bologna».
Una parabola ascendente la sua. Crescita costante e numeri di questa stagione impietosi: 23 partite giocate, tutte da titolare, 14 reti all’attivo. Quanto è soddisfatta del suo percorso? È la sua miglior stagione finora?
«Sono abbastanza soddisfatta. Ancora non del tutto perché ovviamente il campionato non è finito e c'è molto lavoro da fare. Sinceramente non so dire se si tratta della mia miglior stagione però questo è un anno cruciale per la mia carriera, per la mia crescita e per il Bologna».
Il gol più bello in carriera.
«Il goal più bello deve ancora arrivare, ma mi viene in mente il gol che ho fatto nel 2019 con il Bologna contro il San Marino. Zona trequarti, calcio di sinistro sotto la traversa e il portiere non ci arriva. Indimenticabile anche quello segnato all’andata contro il Vicenza: dopo il palo colpito da Gelmetti mi sono avventata sulla sfera e ho ribattuto di sinistro al volo in rete».
Dal 1 luglio 2022 il calcio femminile è diventato professionistico (seppur solamente la Serie A). Si tratta di un piccolo passo, arrivato in ritardo rispetto alla maggior parte delle principali federazioni europee, ma permette alle giovani italiane di poter sognare un futuro da atlete. Cosa significa per lei questo traguardo nel giorno della giornata delle donne?
«Per noi donne significa tanto perché ci stiamo avvicinando al mondo maschile sotto quest’aspetto. Da quest’anno in Serie A i dirigenti sono stati costretti a cambiare format perché alcune società non avevano la possibilità di diventare professionistiche per mancanza di capacità economica da investire sul professionismo. Quindi, prima di estenderlo a serie B e C come nel maschile, dovrebbero fornire più garanzie ai club.
Qual è il suo pensiero sulla giornata odierna?
«Scelgo di rispondere con un’iniziativa promossa dal Bologna FC. La società, in collaborazione con lo sponsor Pelliconi, ha posizionato due panchine rosse, simbolo del percorso di sensibilizzazione contro la violenza e la discriminazione di ogni genere, al Centro Tecnico Niccolò Galli e una presso la stazione dei treni di Ozzano dell'Emilia. Vuol dire che l’intenzione di venire incontro alle problematiche di questo genere c’è, ma manca ancora tanto, troppo, per raggiungere l’effettiva parità tra uomo e donna, sotto l’aspetto dei diritti di ogni tipo».
Foto concessa da Marilyn Antolini