Città metropolitana

«Non sto prendendo in considerazione questa ipotesi. Io credo che il mio ruolo sia quello che ho già. Come sindaco di Bologna riesco a dare una mano migliore al Pd». Matteo Lepore ha risposto così alla domanda relativa all'ipotesi di essere chiamato dalla neosegretaria del Pd, Elly Schlein, a ricoprire un ruolo di primo piano nel vertice del partito che si sta delineando. Questa è una delle risposte che Lepore ha dato alla redazione di InCronaca, in un’intervista, ospitata al Master in Giornalismo di UniBo, che uscirà in versione integrale sul prossimo numero del Quindici.

 Il sindaco si è detto «abbastanza soddisfatto del suo operato in città» e, interrogato sul fatto che avesse da pentirsi di qualcosa del suo mandato, ha risposto che in effetti non c'è nulla di cui «doversi pentire»: «Gli sbagli si fanno ma non bisogna pentirsi degli errori, perché fanno bene. Possiamo migliorare tante cose, ma non dobbiamo sottovalutare le sfide che ci aspettano, penso agli investimenti relativi al Pnrr».

 Lepore si è detto convinto che il governo Meloni non sia riuscito ancora a dare una propria impronta al paese: «È un governo di destra, che con l’autonomia differenziata e il presidenzialismo rischia di fratturare ancora di più il Paese».

 A chi gli ha chiesto per cosa voglia essere ricordato, Lepore ha risposto: «Bologna dovrà essere ricordata come posto felice: stiamo dando casa, lavoro e sanità a chi non li ha. Fra pochi giorni presenteremo un piano per l’abitare, uno per la salute e un progetto sulla città della conoscenza».

 E ha concluso il ragionamento dicendo che «a Bologna c’è un diritto alla felicità».