Ambientalismo

Ecologisti in presidio davanti al Tribunale di Bologna

Si è tenuta al Tribunale di Bologna la prima udienza del processo penale a tre membri del movimento ecologista Sollevamenti della terra, Massimo, Isa e Thomas, accusati di aver “imbrattato in più punti i muri di contenimento posti lungo la Strada provinciale 324” con scritte ritenute parte di un “disegno criminoso”.

Le scritte risalgono al 20 ottobre 2020, nei comuni di Lizzano di Belvedere e Gaggio Montano. Il loro contenuto, la protesta contro la costruzione di una nuova seggiovia a Corno alle Scale e la relativa “infrastrutturazione” dell’Appennino bolognese, nei progetti delle istituzioni regionali.

“No alla seggiovia: l’Appennino ha bisogno d’altro”, “Più mucche al pascolo”, e ancora, “Agricoltura sostenibile per tutti e tutte”: queste, alcune delle scritte apparse sui muri della provinciale.

«Ci schieriamo contro la costruzione della seggiovia perché riteniamo che, a oggi, spendere circa sei milioni di euro in questo progetto costituisca uno sperpero di denaro pubblico», dice Pat, attivista del movimento, in presenza “solidale” al presidio allestito in mattinata davanti al Tribunale.

«Perché continuare a finanziare opere inutili per gli abitanti della montagna bolognese? Ogni centimetro di terra cementificato è perso per sempre, all’Emilia-Romagna non serve ancora cemento ma servizi che garantiscano una vita dignitosa ai suoi abitanti».

Il malcontento maturato dal collettivo e indirizzato alle istituzioni locali trova la sua ragion d’essere, in particolare, nel fatto che siano stati investiti soldi pubblici in opere montanare di “turismo mordi-e-fuggi” e “per finanziare fonti d’inquinamento come sono gli impianti per la neve artificiale”, a discapito degli ospedali pubblici della montagna. Un esempio, la recente chiusura del reparto di Neonatologia dell’ospedale di Porretta Terme.

Il movimento, estensione italiana dell’originario francese Les Soulèvements de la Terre, già a settembre 2022 aveva marciato contro la costruzione di un hub su un’antica risaia a Ponticelli di Malalbergo, l’unica rimasta coltivata nel territorio bolognese, riuscendo nell’impresa di evitare la cementificazione di quest’appezzamento di terreno.

La prossima battaglia sarà opporsi all’abbattimento di ettari di terreno per la costruzione del Passante di Bologna.

Nel frattempo, si attende il 2 maggio per sentire in udienza i testimoni del pubblico ministero in merito alle scritte “criminose”.

 

Nell'immagine, gli ecologisti del movimento Sollevamenti della terra. Foto di Giorgio Papavero.