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Aveva ragione Igor Taruffi: l’Emilia Romagna è la regione più virtuosa in termini di accoglienza di migranti. È seconda in termini assoluti, infatti, dietro alla Lombardia che, però, come ha sottolineato l'assessore al Welfare della Regione, «ha una popolazione molto maggiore» e dunque in percentuale è dietro. Nello specifico a oggi sono 10.600 le persone immigrate accolte tra Cas (centri d’accoglienza straordinaria) e Sai (sistema accoglienza e integrazione) in Emilia-Romagna – il 10% di quelle ospitate su tutto il territorio italiano. Da una parte l’assessore, nelle sue dichiarazioni, rivendica questo grande impegno, ma dall’altra ricorda anche che «salta all’occhio il tema dell’equa distribuzione all’accoglienza». L’assessore ha affermato, infatti che gli sbarchi in questo inizio anno sono triplicati e probabilmente continueranno a aumentare. Si tratta di una situazione che sembra preoccupare Taruffi dal momento che le risorse sono insufficienti per gestire questi flussi. Per questo ha chiesto al governo un confronto sulla questione degli sbarchi. Ma cerchiamo di capire meglio come stanno le cose.

 

Stando ai dati presentati oggi nel Report sulla “Protezione e l’asilo in Emilia-Romagna”, i residenti stranieri nella regione a gennaio 2022 erano 402.374, concentrati soprattutto a Modena e Bologna. I permessi di soggiorno in corso di validità nel 2021, che rientrano nella macro- categoria “Asilo/Umanitari”, erano 15,234 (3,8 %). Un dato, questo, che si attesta al di sotto della media italiana, che si aggira intorno al 5%. E in effetti, lo spiega anche il report, si tratta di un gruppo abbastanza circoscritto di persone: poco più di quindicimila su una popolazione complessiva che in Emilia-Romagna si aggira intorno ai quattro milioni e mezzo. Infatti, la maggior parte dei permessi di soggiorno rilasciati in Emilia-Romagna sono quelli di lungo periodo, nello specifico il 68.6%.

 

Inoltre, sempre secondo il report redatto dalla regione Emilia-Romagna in collaborazione con Anci regionale, esaminando i dati dei soggiornanti regolari, si registra un’inversione di tendenza rispetto al trend negativo che ha caratterizzato l’intervallo di anni che va dal 2015 al 2021: i permessi di soggiorno in corso di validità sono passati da 383.356 a 402.237 (+5%). Questo dato si spiega con l’aumento del 6,3% dei permessi di soggiorno di lungo periodo rispetto al 2021, quando si registrò il minimo storico per l’Emilia-Romagna. 

Nel 2021, infatti, i nuovi ingressi nel corso del 2021 in regione sono più che raddoppiati rispetto al 2020, passando da 9.411 e 25.571:  sono ripresi i flussi migratori ed è cessato l’effetto contrattivo della pandemia di covid-19.

 

L’Emilia-Romagna sembra dunque essere davvero una regione molto virtuosa per quanto riguarda l’accoglienza di persone migranti; anche secondo Openpolis, esaminando tutte le tipologie di centri di accoglienza, Bologna risulta terza nella classifica nazionale, con 2.579 posti disponibili.

Dunque, il malessere denunciato dall’assessore Taruffi sembrerebbe comprensibile; eppure è necessario segnalare anche un altro dato. Infatti, per quanto riguarda i progetti Sai in Emilia-Romagna, sui 3.434 posti finanziati al 30 settembre 2022, se ne registrano 3.009 attivi e ancor e più nello specifico solo 2.529 realmente occupati sul territorio emiliano. Infatti, sempre secondo Openpolis ammonterebbero a 699 i posti liberi e dunque inutilizzati nei centri di accoglienza sul territorio emiliano. Comunque rispetto allo stesso periodo del 2021 si è assistito a un incremento del 30% dei posti finanziati, che sono passati da 2.648 a 3.434. È bene ricordare, però, che si tratta di finanziamenti dedicati solo all’accoglienza ordinari; quindi non sono aumentati né i posti per i minori stranieri non accompagnati, nè quelli per le persone affette da disagio mentale e/o disabilità fisiche.