letteratura

Indaga tutti i luoghi nascosti e più misteriosi di Bologna, Stella Spada, l’investigatrice nata nel 2013 dalla penna di Lorena Lusetti e protagonista dei romanzi dai toni gialli e noir, pubblicati da Damster. “Nemmeno le ossa” è il titolo dell’ultimo, presentato nel salotto della scrittrice e blogger Patrizia Finucci Gallo all’hotel Guercino. Una serata conviviale, su invito, che ricorda la lunga tradizione di salonnières. E, per rimanere in tema, una light dinner con menu dedicato ai gialli della scrittrice bolognese: mousse di mortadella, penne all'arrabbiata e gelato con lamponi freschi. 

«“Nemmeno le ossa” perché il caso principale per Stella questa volta riguarda una signora scomparsa e mai trovata - racconta Lusetti -, non rimangono neanche le ossa su cui piangerla». Sarà il marito, da tutti creduto il responsabile, a chiedere a Stella di indagare sulla sorte della povera moglie per riabilitarsi.

Iniziano sempre dal suo studio, in via dell’Inferno, i casi di Stella, per poi inciampare nei segreti che le Due Torri custodiscono. Come la villa “stregata” di Casalecchio, in via Garibaldi, che Lusetti usa per la copertina del libro. O la lapide di Aelia Laelia Crispis, un epitaffio funebre, che risulta così occulto da far pensare che sia un simbolo, una metafora o un codice da decifrare. 

È un’investigatrice atipica quella disegnata a penna da Lusetti. «Nel primo libro - oggi siamo all’ottavo - è una segretaria che perde il lavoro e si ritrova a fare l’investigatrice. Affronta un mondo sporco e cattivo. E questo fa sì che anche lei diventi sempre più feroce. Ergendosi a giudice o giustiziere», spiega Lusetti. 

Le storie dei gialli di Lusetti (la prossima uscirà a maggio) si ispirano anche ai casi di cronaca. Quello di Elisa Claps, per esempio, cercata per diciassette anni e ritrovata nel sottotetto della chiesa di Potenza in cui era stata il giorno della scomparsa. «Stella - confessa la scrittrice - non è il mio alter ego. Io sono una persona molto tranquilla, forse proprio perché sfogo la mia “aggressività” sulla carta», e conclude ridendo. 

 

Nell'immagine, da sinistra, Patrizia Finucci Gallo e Lorena Lusetti. Foto di Alessandro Turrino