l'analisi

Mentre Elly Schlein saluta «Bologna partigiana e città del cambiamento» in direzione Roma, dove attenderà l’esito del 26, Stefano Bonaccini al tavolo ovale di Bruno Vespa scopre il sondaggio di “Euromedia Research”. Secondo i prospetti, il 48,8% degli elettori che andranno a votare sceglierà il presidente di Regione, lasciando alla parlamentare dem al 32,7%. C’è chi invece vuole andare a votare, ma ancora non sa per quale candidato: gli elettori indecisi sono 18,5%.

 

Gianluca Passarelli, 45 anni, docente di scienza politica alla Sapienza di Roma, ha risposto alle domande di InCronaca sulle Primarie del Pd.

 

 

Cosa ne pensa del ticket Bonaccini-Schlein?

 

«Nonostante il rifiuto di Schlein, credo che un accordo sia nelle cose. Sia che vinca lei sia che vinca Bonaccini, entrambi i gruppi dovranno rimanere uniti. Sensibilità diverse devono confrontarsi senza dividersi, altrimenti della sinistra riformista non resterà più niente. Se vincerà Bonaccini, dovrà essere attento ad alcuni temi provenienti dalla mozione Schlein. Se invece vincerà la parlamentare dovrà stare attenta a coinvolgere non solo Bonaccini in quanto tale, ma anche quella storia e quella prospettiva, evitando di rinchiudersi dentro una più ridotta».

 

 

«È finito il tempo delle donne “vice”»: come commenta l’affermazione della Schlein?

 

«Questo ricalca sia i segni dei tempi che cambiano – per fortuna –  con le donne protagoniste e non in un ruolo ancellare, sia la biografia di Schlein che legittimamente punta a vincere. In qualche misura è anche prepararsi per il dopo, il ragionamento di Schlein potrebbe essere: “Se dovessi perdere mi accordo, ma non in un ruolo di secondo piano”. Non ci vedrei nulla di scabroso se l’uno facesse da secondo all’altra o viceversa. Il Pd è talmente debole che, in questa fase, non può permettersi il lusso di ulteriori divisioni. La dichiarazione di Schlein è la rivendicazione di una leadership. Storicamente la sinistra è la parte che ha spinto di più per l’emancipazione femminile. In ogni caso, anche Bonaccini ha un ticket al femminile, Pina Picierno. Nel complessivo guarderei a una figura che possa dare un po’ di energia a un partito a cui serve una spinta forte alla partecipazione».

 

 

Sondaggio di “Euromedia”: quale sarà il ruolo degli indecisi?

 

«I numeri del sondaggio hanno uno scarto troppo alto ed è da prendere con le pinze. Sono un milione gli elettori sperati domenica. Considerando il voto d’opinione e la preferenza delle grandi città – Roma, Milano– per Elly Schlein, il risultato potrebbe cambiare. È vero che Bonaccini nei circoli è avanti di 18 punti e che ci sono degli elementi di contesto che lo danno vincitore, ma quella distanza percentuale, che tradotta in “voti veri” è circa 20.000 schede, non è poi moltissima. La partita è più aperta di quanto non appaia ed è un bene perché, a prescindere da chi vincerà, le Primarie porteranno molti elettori a votare».

 

 

È la partecipazione che farà la differenza?

 

«Se andrà come sperato, sicuramente il Pd potrà rivendicare una grande partecipazione. Il partito, inoltre, è l’unico che sceglie ancora il proprio segretario in maniera democratica. Gli altri partiti non lo fanno, non fanno i congressi. Oppure decidono i loro dirigenti in maniera autoritaria, come Berlusconi».

 

 

Bonaccini “uomo della continuità“, Schlein “elemento innovatore“ – nonostante sia appoggiata da tutto il vecchio partito (Zingaretti, Orlando, Bettini, D’Alema).  È d’accordo con questa affermazione?

 

«Schlein e Bonaccini sono entrambe persone di partito, quindi entrambe rappresentano la continuità e questo termine non è da intendersi in maniera negativa. Sono entrambi rappresentativi, ognuno ha fatto cose diverse. Bonaccini è un ottimo amministratore mentre lei non ha mai avuto incarichi nazionali ed in questo è una novità».

 

 

 Nell'immagine Gianluca Passarelli (foto concessa dall'intervistato)